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Conflitto armato interno in Ecuador, assalto a tv: stato di emergenza

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La polizia ecuadoriana ha liberato gli ostaggi presi con una irruzione in uno studio televisivo del Paese e ha annunciato al canale tv Teleamazonas che 13 uomini armati sono stati arrestati. Ha anche precisato che gli ostaggi sono tutti vivi e che è stato un "atto di terrorismo". Il Presidente Noboa ha dichiarato con decreto che il suo Paese è in un "conflitto armato interno" e ha ordinato la "neutralizzazione" dei gruppi criminali coinvolti nel narcotraffico

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L’Ecuador è nel caos, le scene di violenza si susseguono e il clima è esplosivo. Il presidente Daniel Noboa ha decretato "il conflitto armato interno", ad integrazione di quello con cui ha introdotto uno stato di emergenza per 60 giorni, e "guerra" ai narcos, ordinando l' evacuazione immediata del Parlamento e di tutti gli uffici pubblici della capitale Quito. ha elencato la presenza sul territorio nazionale di ben 21 gruppi del crimine organizzato transnazionale, caratterizzati come "organizzazioni terroristiche e attori non statali belligeranti". L'articolo 3 del decreto dispone "l'immediata mobilitazione e intervento delle Forze Armate e della Polizia sul territorio ecuadoriano per garantirne la sovranità e l'integrità".

Scene di violenza

È di otto morti e due feriti il bilancio delle violenze a Guayaquil, città portuale dell'Ecuador, epicentro dell'ondata di violenza generalizzata che attraversa il Paese andino. Le vittime - riferisce il sindaco Aquiles Alvarez in una conferenza stampa - sono state registrate nel corso di diversi attacchi contro la popolazione civile e contro la polizia registrati nel corso della giornata. Un commissariato è stato colpito da un attentato, mentre due addetti alla sicurezza di un centro commerciale sono stati freddati dai criminali per aver impedito l'accesso ai locali affollati. In tutto 14 persone sono state arrestate. La città si prepara intanto al secondo giorno di coprifuoco, in vigore a partire dalle 23.00. Il trasporto su gomma e la circolazione sono sospese, mentre l'accesso all'aeroporto - che resta aperto - è limitato solo alle persone in possesso di biglietto. Le aree sensibili e i penitenziari sono circondati dalle forze armate. Il presidente Daniel Noboa ha dichiarato oggi lo stato di "conflitto armato interno" a seguito delle violenze generalizzata messe in atto da parte di organizzazioni criminali di narcotrafficanti.  

 

Nelle drammatiche immagini trasmesse in diretta, che hanno fatto il giro del mondo sui social, uomini incappucciati, vestiti con delle tute sportive, con in mano granate e fucili mitragliatori hanno preso in ostaggio diversi giornalisti e tecnici, minacciandoli di morte. Molti giornalisti con le mani giunte li pregano di aver salva la vita. Dopo una mezz'ora di panico, le luci dello studio si sono spente e s'è solo potuto sentire l'arrivo delle forze speciali della Polizia. "Per favore, sono venuti per ucciderci. Dio non permettere che ciò accada. I criminali sono in onda", ha detto all'AFP uno dei giornalisti in un messaggio su WhatsApp. Secondo le ultime informazioni l'azione degli agenti è riuscita a liberare gli ostaggi e arrestare parte del gruppo degli aggressori.

Il disordine si è riversato nelle strade con i militari per strada mentre si moltiplicano i saccheggi dei centri commerciali. Alcuni hanno filmato uomini armati mentre sparano a vetture della polizia e diverse macchine bruciate per strada. Si moltiplicano appelli a rimanere per casa, mentre c'è chi segnala di bande di criminali che stanno cercando di fare irruzione nelle università per catturare degli ostaggi.

Noboa

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