"I combattimenti devono cessare". Questo l’appello del responsabile Affari umanitari delle Nazioni Unite secondo il quale nella Striscia " nessuno è al sicuro"
La situazione nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra è "apocalittica". Lo dichiara il sottosegretario generale dell'Onu per gli Affari umanitari, Martin Griffiths. "I civili sono costretti a fare una scelta impossibile dopo l'altra in un territorio dove nessuno luogo è sicuro e nessuno è al sicuro" scrive su X.
"I combattimenti devono cessare"
"Ogni volta che pensiamo che le cose non possano diventare più apocalittiche a Gaza, lo diventano" sottolinea Martin Griffiths. Alle persone viene ordinato di spostarsi di nuovo, con poco con cui sopravvivere, costrette a fare una scelta impossibile dopo l'altra" si legge nel messaggio. "Nessun luogo sicuro è sicuro a Gaza. Né gli ospedali, né i rifugi, né i campi profughi” prosegue l'alto funzionario delle Nazioni Unite. “Nessuno è al sicuro. Né i bambini, né gli operatori sanitari, né gli operatori umanitari" insiste Griffiths. "Tale palese disprezzo per l'umanità fondamentale deve finire - conclude Griffiths . I combattimenti devono cessare".
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Non esistono le condizioni per fornire aiuti
Con le operazioni di terra israeliane ora concentrate nel sud di Gaza "non esistono le condizioni per fornire aiuti, e si avvicina nell'enclave palestinese uno scenario ancora piu' infernale". E' l'allarme lanciato dal coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, Lynn Hastings. Rafah, riferisce l'Onu, e' stata l'unica localita' di Gaza dove lunedi' sono stati distribuiti aiuti limitati".
vicina Khan Younis le distribuzioni sono quasi cessate a causa dell'intensita' dei combattimenti. Decine di migliaia di
palestinesi in fuga da Khan Younis per Rafah non hanno un posto dove stare e si accampano nelle strade e in altre aree
all'aperto "dove montano tende e ripari di fortuna". Tutti i servizi di telecomunicazione a Gaza sono stati interrotti
lunedi' sera e le organizzazioni umanitarie temono che la mancanza di comunicazioni ostacolera' ulteriormente la fornitura
di "assistenza salvavita". (AGI)