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Vaticano alle suore di clausura: sì ai social, ma con sobrietà

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(Foto archivio Lapresse)

La Congregazione per gli istituti di vita consacrata ha presentato un documento che illustra le regole di vita delle suore di clausura. Tra queste, apertura ai media e ai social ma solo "con sobrietà e discrezione" per non "svuotare il silenzio contemplativo"

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Le suore di clausura possono accedere ai social. Ma con "con sobrietà e discrezione". Questa una delle regole contenute nel documento sulle regole di vita delle suore redatto dalla "Cor Orans", Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, su indicazione del Papa. il primo a favorire un uso consapevole dei social è infatti proprio Bergoglio, molto presente su Internet attraverso l'account Pontifex su Twitter.

Via libera, dunque, all'uso di social e media ma solo "con sobrietà e discrezione" perché il rischio altrimenti è "svuotare il silenzio contemplativo quando si riempie la clausura di rumori, di notizie e di parole". 

Il monito del Vaticano

Le suore di clausura vengono invitate quindi a usare i social network con attenzione, “ai contenuti ma anche alla quantità delle informazioni e al tipo di comunicazione, affinché siano al servizio della formazione alla vita contemplativa e delle comunicazioni necessarie, e non occasione di dissipazione o di evasione della vita fraterna". 

Il caso delle suore di Hondarribia

L'ultimo caso di utilizzo dei social da parte di suore risale alla fine di aprile; la diocesi spagnola di San Sebastián decise di intervenire attraverso Facebook  contro la sentenza dei giudici di Navarra, che giudicarono le violenze di 5 uomini ai danni di una 18enne non come stupro di gruppo, ma solo come abuso sessuale continuato. "Noi - si legge nel post - viviamo in clausura, portiamo un abito quasi fino alle caviglie, non usciamo di notte (se non per andare al pronto soccorso), non andiamo a feste, non assumiamo alcolici e abbiamo fatto voto di castità. Questa è una scelta che non ci rende migliori né peggiori di chiunque altro, anche se paradossalmente ci rende più libere e felici di altri. E perché è una scelta libera, difenderemo con tutti i mezzi a nostra disposizione (questo è uno) il diritto di tutte le donne a fare liberamente il contrario senza che vengano giudicate, violentate, intimidite, uccise o umiliate per questo. Sorella, io ti credo".