Londra, attentatore moschee accusato di omicidio da giuria Crown court

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Le ricerche di Darren Osborne in Galles subito dopo l'attentato (archivio Getty Images)

Il 48enne di Cardiff è stato giudicato responsabile per l'attacco del 19 giugno 2017. Per la giuria l'uomo voleva uccidere quanti più musulmani possibili

Colpevole di omicidio e tentato omicidio. Questa la sentenza della giuria della Woolwich Crown Court di Londra contro Darren Osborne, il 48enne di Cardiff ritenuto colpevole dell'attentato del 19 giugno 2017 nei pressi di due moschee a Finsbury Park, nella capitale, che provocò la morte di un uomo e il ferimento di altre 11 persone.

La sentenza della giuria

Al termine di un processo durato nove giorni, la giuria composta da otto donne e quattro uomini, ha impiegato un'ora di tempo per pronunciarsi sulla colpevolezza di Osborne. L'uomo, che ha sempre negato le accuse a suo carico, non ha fatto trasparire alcuna emozione durante la lettura del verdetto al quale seguirà, probabilmente il prossimo venerdì, la determinazione della pena carceraria. Ascoltate tutte le testimonianze e le prove indiziarie contro Osborne, i giurati hanno concluso che l'uomo ha agito per uccidere quanti più musulmani possibili spinto da una sorta di lavaggio del cervello subito dalla propaganda online di gruppi estremisti di destra. Sue Hemming, capo del Crown Prosecution Service, la più importante agenzia antiterrostica inglese, ha dichiarato che “Darren Osborne ha pianificato e condotto il suo attacco spinto dal suo odio contro i musulmani. Ora – ha aggiunto Hemming – deve affrontare le conseguenze delle sue azioni”.

L'attacco di giugno

Osborne è stato ritenuto l'unico colpevole dell'attentato del 19 giugno 2017 compiuto nei pressi di due moschee a Finsbury Park, Londra. L'attacco, avvenuto intorno mezzanotte e un quarto, è stato compiuto con un van lanciato a tutta velocità su una folla di fedeli che scesi in strada dopo le preghiere del Ramadan. Unica vittima dell'attentato è stato Makram Ali, di 51 anno, morto in seguito alle ferite da schiacciamento provocate dai pneumatici del mezzo di Osborne. Il fatto si è verificato dopo i tre attacchi terroristici di matrice islamica che avevano sconvolto le città di Londra e Manchester. Successive indagini hanno permesso di scoprire una nota sul van di Osborne in cui venivano riportate frasi di odio contro i musulmani, il sindaco di Londra, Sadiq Khan, e il leader laburista Jeremy Corbyn. Subito dopo l'attacco, Osborne è stato salvato dalla rabbia della folla proprio dall'intervento un imam al quale il 48enne avrebbe detto sorridendo “Ho fatto la mia parte”.

Plagiato da tv e Internet

Osborne è stato accusato del reato di terrorismo perché, secondo il procuratore Jonathan Rees QC, le sue azioni sono state intraprese al fine di promuovere uno scopo politico. Dopo i fatti di giugno, la compagna di Osborne, Sarah Andrews, aveva riferito ai detective che nelle settimane precedenti l'attacco, l'atteggiamento dell'uomo era cambiato dopo aver visto una serie Tv sulla storia di tre bambine abusate da una banda di pakistani islamici. Da lì, secondo la donna, il compagno avrebbe maturato una vera e propria ossessione per i musulmani, fomentata anche dai post sui social media dell'ex leader della Lega della Difesa inglese, Tommy Robinson, nonché dei membri del gruppo di estrema destra Britain First. Un insieme di fattori, questi, che secondo Andrews avrebbe portato il suo ex compagno a subire un vero e proprio lavaggio del cervello.

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