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Elezioni in Germania: come funziona il sistema elettorale tedesco

Mondo

Valeria Valeriano

Getty

Il 24 settembre il Paese rinnova il Bundestag, ramo elettivo del Parlamento, che sceglierà il nuovo cancelliere. Ogni elettore dispone di due voti. Il sistema è misto: sostanzialmente proporzionale, con soglia di sbarramento al 5%, ha alcune componenti del maggioritario

Il 24 settembre 2017 in Germania si vota per le elezioni federali. Il Paese è chiamato a scegliere i nuovi membri del Bundestag, il ramo elettivo del Parlamento. Il sistema elettorale tedesco è misto: è sostanzialmente proporzionale, con soglia di sbarramento al 5 per cento, ma ha anche alcune componenti del maggioritario. Il cancelliere viene eletto dal Bundestag, ma tradizionalmente i partiti maggiori indicano a inizio della campagna elettorale quale sarà il loro candidato alla cancelleria nel caso vincano le elezioni. Quest’anno la sfida è tra la cancelliera uscente Angela Merkel (Cdu/Csu), in corsa per il suo quarto mandato, e il socialdemocratico Martin Schulz.

Al voto per eleggere il Bundestag

La Germania è una repubblica federale parlamentare di sedici Stati (Länder). Il presidente, con poteri più limitati rispetto al capo di Stato italiano, viene scelto dall'Assemblea federale (composta dai deputati più altrettanti delegati regionali). A guidare il governo è il cancelliere, che viene eletto dal Bundestag. Il Parlamento è diviso in due rami: il Bundesrat (cioè la Camera composta dai rappresentanti dei Länder) e, appunto, il Bundestag (la Camera di rappresentanza popolare). Mentre i membri del Bundesrat vengono designati dai governi locali, quelli del Bundestag vengono eletti dai cittadini tedeschi. Le elezioni politiche per il Bundestag si tengono ogni quattro anni, tradizionalmente in una domenica di settembre. Possono andare alle urne, e possono essere eletti, i cittadini tedeschi che hanno compiuto 18 anni. Quest'anno si vota per la diciannovesima legislatura del Bundestag.

Come si vota in Germania

Come detto, il sistema elettorale tedesco è misto: proporzionale, ma con un importante elemento maggioritario. La metà dei deputati è eletta in collegi uninominali e l'altra metà sulla base di un sistema proporzionale con sbarramento. I cittadini tedeschi hanno a disposizione due voti (e due schede elettorali): col primo voto (Erststimme) si sceglie un candidato all’interno del proprio collegio, col secondo voto (Zweitstimme) si sceglie una lista o un partito. Con il primo voto, col sistema maggioritario, il candidato che prende un voto in più degli altri nei collegi uninominali viene eletto. Con il secondo voto, col sistema proporzionale, si stabilisce qual è la percentuale di seggi che avrà ogni partito. È ammesso il voto disgiunto: con il secondo voto si può scegliere un partito e con il primo il candidato di un altro schieramento. Non è prevista l’astensione: la mancanza di una croce sulla scheda viene conteggiata come voto nullo.

Erststimme

Con il primo voto l’elettore esprime una preferenza per uno dei candidati presenti nel proprio collegio uninominale/circoscrizione. Il territorio federale tedesco è diviso in 299 collegi e in ognuno di essi viene eletto direttamente un deputato. Vince, e va nel Bundestag, il candidato che ha la maggioranza relativa, senza soglie minime. In caso di parità, l'ufficio elettorale ricorre al sorteggio. Scopo del primo voto è creare un rapporto più diretto tra eletti ed elettori. Non solo: con la Erststimme anche le persone che non appartengono ai grandi partiti, ma che sono stimate a livello locale, possono essere elette ed entrare in Parlamento.

Zweitstimme

Con il secondo voto i cittadini scelgono un partito. È questo voto a stabilire i rapporti di forza tra gli schieramenti nel Parlamento: la percentuale di voti ottenuta nella Zweitstimme, infatti, determina proporzionalmente il numero di seggi a cui quel partito ha diritto (e quindi la maggioranza e la possibilità di eleggere il proprio candidato cancelliere). I partiti presentano liste elettorali diverse per ogni Land. Si tratta di listini bloccati, i cui nomi (con alternanza di genere) vengono scelti dopo un processo preciso che si conclude con il voto dell’Assemblea nazionale del partito in ogni Stato. Dopo i 299 membri scelti col primo voto, quindi, gli altri deputati del Bundestag vengono eletti da questi listini in base alla percentuale di voti ottenuta dal partito in ogni Land.

La distribuzione dei seggi

I seggi disponibili sono distribuiti tra i Länder in base alla loro popolazione. Tali seggi vengono suddivisi tra i vari partiti proporzionalmente al numero dei secondi voti. I seggi, però, vengono assegnati prima ai candidati eletti col primo voto. Dal numero di seggi che spettano a un partito in base al secondo voto, quindi, va scalato il numero di deputati di quel partito eletti col primo voto. In altre parole: vengono eletti i candidati del listino bloccato solo quando il numero di seggi assegnati in un Land a quel partito è maggiore rispetto al numero dei mandati diretti conquistati col primo voto. Per esempio: se a un partito spettano cento seggi e ne ha vinti sessanta nei collegi uninominali, avrà diritto ad altri quaranta rappresentanti eletti nelle liste.

I mandati in eccedenza e di compensazione

Può anche capitare che con il primo voto vengano eletti più deputati rispetto a quelli che spetterebbero al partito in base al secondo voto. In questo caso si parla di mandati in eccedenza: i candidati vincenti nei collegi vengono eletti comunque. Per evitare, però, che questi mandati in eccedenza intacchino le distanze stabilite attraverso il voto proporzionale, sono previsti dei mandati di compensazione: agli altri schieramenti, cioè, vengono assegnati dei seggi in più per rispettare gli equilibri fissati dal secondo voto. Tutto ciò è possibile perché in Germania il numero di parlamentari non è fisso e si possono aggiungere dei seggi. Il numero minimo di membri del Bundestag è 598, attualmente sono 630.

Soglia di sbarramento al 5 per cento

Col sistema tedesco, quindi, la distribuzione del voto si rispecchia più o meno esattamente in Parlamento. Se un partito viene votato dal 40 per cento degli elettori, ad esempio, grazie al proporzionale avrà più o meno il 40 per cento dei seggi. La principale distorsione è dovuta alla soglia di sbarramento, che respinge l’accesso al Parlamento alle liste che hanno raccolto meno del 5 per cento dei voti. Nella distribuzione dei seggi, quindi, non vengono considerati i secondi voti dei partiti che non riescono a superare la soglia e i partiti più grandi si dividono i seggi degli esclusi. Un partito che ha meno del 5 per cento, però, può accedere lo stesso alla ripartizione proporzionale (e ottenere un numero di seggi proporzionale ai suoi secondi voti) nel caso abbia ottenuto almeno tre mandati diretti nella quota maggioritaria (cioè col primo voto).

La formazione del governo

La legge elettorale tedesca non prevede un premio di maggioranza. Se non c’è un partito con la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento, si aprono le trattative per cercare di formare delle coalizioni che garantiscano l’elezione di un cancelliere e la sua durata in carica per quattro anni. Dopo che il Bundestag ha scelto il cancelliere, può sfiduciarlo solo se contemporaneamente dà la fiducia a un nuovo esecutivo: è la cosiddetta sfiducia costruttiva. Storicamente nel secondo dopoguerra tutti i governi tedeschi sono stati di coalizione. 

La riforma del 2013

La legge elettorale tedesca è stata cambiata varie volte. I principi fondamentali che deve soddisfare sono elencati nell’Articolo 38 della Costituzione (“I deputati del Bundestag sono eletti a suffragio universale, diretto, libero, uguale e segreto”). I meccanismi concreti del sistema, però, non sono riportati. L’ultima riforma, approvata a larga maggioranza e tuttora in vigore, risale al maggio del 2013. La modifica più importante è stata l'introduzione dei mandati di compensazione, che prima non erano previsti. Il sistema elettorale tedesco, in 68 anni, ha garantito governi stabili: dal 1949 solo due volte, nel 1972 e nel 1982, non è stata rispettata la scadenza dei quattro anni e sono servite elezioni anticipate.

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