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Isis su YouTube, interrogazione parlamentare su propaganda d'odio

Mondo

Dopo la denuncia di Sky TG24 sul proselitismo jihadista via web, la deputata Pd Lia Quartapelle, chiede chiarimenti al governo sull’evidenziata facilità di reperire su internet  materiale che incita alla violenza e al terrorismo

Lia Quartapelle, capogruppo Pd in commissione Esteri alla Camera dei Deputati, ha depositato  un'interrogazione parlamentare al governo sulla propaganda d'odio e terrorista sul web. La questione è stata oggetto, il 16 maggio scorso, di un approfondimento di Sky Tg24 che evidenziava la facilità, soprattutto per chi parla arabo, di reperire tramite YouTube materiale di propaganda jihadista dell'ISIS.

L'inchiesta di Sky Tg24

L’inchiesta si interroga sul ruolo che i social network giocano nella diffusione di contenuti che fomentano l’odio e il terrorismo e sulle responsabilità che i giganti del web dovrebbero avere rispetto alla rimozione di quel materiale. Presentato da un editoriale del direttore di Sky TG24, Sarah Varetto, l’approfondimento, a cura di Andrea Bignami e Alessandro Marenzi, spiega anche quanto sia difficile rimuovere i video: dovrebbero essere eliminati attraverso le segnalazioni degli utenti o delle autorità, ma a volte nonostante ciò rimangono disponibili per giorni se non mesi o anni.

Video di propaganda sul web

Le polemiche contro YouTube sono esplose dopo che la piattaforma ha inserito pubblicità in mezzo alle clip relative allo Stato Islamico. Le proteste degli utenti avevano poi costretto la piattaforma a fare marcia indietro cambiando la propria policy: la pubblicità è stata infatti tolta, mentre i filmati rimanevano disponibili.

L'inchiesta parlamentare

Ora la questione arriva in Parlamento. “Riprendendo i temi della vostra inchiesta ho depositato l’interrogazione parlamentare per chiedere al governo di impegnarsi affinché i colossi del web, e in particolare YouTube, abbiamo un comportamento più responsabile – ha dichiarato Lia Quartapelle - La policy sul copyright della piattaforma è molto meno efficace quando si tratta di rimuovere contenuti che incitano all’odio e questo non è ammissibile”.

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