Daniela Molinari, dopo aver trovato la madre biologica, ora ha bisogno del Dna del padre per perfezionare la cura a cui si è sottoposta, ma l'uomo si sarebbe rifiutato di aiutarla
Daniela Molinari, l'infermiera nata a Como che cercava la madre biologica per tracciare il Dna e potersi sottoporre a una cura sperimentale contro il cancro, ora ha bisogno del padre. La terapia sperimentale a cui si è sottoposta in un ospedale a Houston, negli Stati Uniti, necessita infatti di un “terzo tassello”, come lo ha definito la donna in un’intervista a La Provincia di Como: “Il ragionamento è semplice. Servono tre tasselli per la cura, se con due - il mio e quello di mia mamma - non bastano, mi serve il terzo, quello di mio padre”.
La ricerca del padre
La storia dell’infermiera, nata da una violenza, abbandonata e poi adottata, ebbe una grande eco mediatica quando lanciò un appello per trovare la madre. Quest’ultima, una volta rintracciata, si rifiutò in un primo momento di aiutarla, per poi accettare il prelievo a patto di non conoscere la figlia. Ora, Daniela Molinari si è messa alla ricerca del padre biologico, il cui Dna serve per perfezionare la cura a cui è sottoposta. Come riferito dal quotidiano, da un’analisi genetica condotta su myheritage.it, la donna ha trovato una traccia che porta a un lontano parente in Francia, quindi a un nucleo familiare in Liguria imparentato con uno residente sul lago di Como. Dopo aver raccolto campioni di Dna, l’infermiera ha trovato un fratellastro, che l'avrebbe portata a quello che, con ogni probabilità, sarebbe suo padre. Tuttavia, così come accaduto con la madre, anche in questo caso, alla richiesta di un prelievo, la risposta che la donna ha ricevuto sarebbe stata, al momento, negativa.