L’uomo ha espresso preoccupazione per il fratello, la moglie e il figlio rapiti giovedì sera: “Abbiamo paura perché sappiamo che chi ha preso i nostri familiari è molto pericoloso”. L'altro figlio della coppia è atteso lunedì mattina in Farnesina
"Abbiamo paura perché sappiamo che chi ha preso i nostri familiari è molto pericoloso". Vito Langone, raggiunto dall'Ansa, ha espresso così tutta la sua preoccupazione per il fratello 64enne Rocco, la moglie Donata 62enne e il loro figlio Giovanni 42enne rapiti in Mali. "Chiedo allo Stato italiano che li faccia tornare a casa al più presto" ha aggiunto spiegando che l'altro figlio di Rocco, Daniele, "dovrebbe essere partito stamattina per la Farnesina". Ha poi proseguito: "Siamo in attesa. Fino ad ora non ci hanno fatto sapere ancora niente".
Il figlio della coppia rapita atteso lunedì in Farnesina
Daniele Longone è atteso lunedì mattina in Farnesina - salvo cambi di programma - dove è previsto un incontro con chi si occupa del caso. Lo apprende l'Adnkronos da fonti vicine alla famiglia.
Chi sono i tre italiani
I tre rapiti sono originari di Potenza ed erano residenti in Lombardia. Langone ha raccontato che Rocco, operaio di professione, si è trasferito in Mali dopo essere andato in pensione. La casa di famiglia di Rocco e Donata a Triuggio, paese di circa 9mila abitanti nella provincia di Monza e Brianza, non è abitata da tempo e ha finestre sbarrate, erba alta e ragnatele. Secondo alcune fonti dell'agenzia AdnKronos, infatti, Il figlio Giovanni, testimone di Geova, si era trasferito da tempo nel paese africano (sebbene non iscritto all'Aire), mentre i genitori - papà Rocco di 64 anni e la mamma Maria Donata Caivano di 62 - sarebbero partiti per il Mali un paio di anni fa. Nessuna conferma che anche loro fossero testimoni di Geova. Molto probabilmente, secondo le fonti, si sentivano al sicuro nonostante risiedessero in un'area molto pericolosa e nonostante usassero nomi locali.
Il rapimento
I tre italiani - due adulti e il loro bambino - e un cittadino del Togo sono stati sequestrati giovedì sera a Sinzina, nel distretto di Koutiala nel sud del Mali, da "uomini armati". Lo hanno riferito fonti locali citate da France Presse e Al Jazeera. Una fonte di sicurezza maliana, che ha preferito restare anonima, ha confermato quanto avvenuto all'Afp: "Uomini armati hanno operato il sequestro di tre cittadini italiani e un cittadino togolese la notte scorsa. Facciamo tutto il possibile per ottenerne la liberazione". La Farnesina ha poi confermato il sequestro in una nota in cui si legge che “l'Unità di Crisi sta profondendo ogni sforzo - in coordinamento con le competenti articolazioni dello Stato - per una soluzione positiva del caso. A tal fine, il Ministero degli Esteri ribadisce, d'intesa con i famigliari, l'esigenza di mantenere il massimo riserbo".
Le indagini
Ora è caccia alla Toyota usata dai quattro rapitori che, stando alle prime ricostruzioni, appartengono al gruppo terroristico Jnim, noto come Fronte di appoggio all'Islam e ai Musulmani, un'organizzazione militare e terrorista di ideologia salafita jihadista.