L'ex assessore regionale alla Casa è stato condannato definitivamente lo scorso marzo a 7 anni e mezzo di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio e corruzione aggravata. Il Tribunale ha accolto la richiesta di detenzione domiciliare per motivi di salute in base anche a una perizia con cui è stata stabilita l'incompatibilità con il regime carcerario
È uscito dal carcere di Opera per espiare la pena a casa l'ex assessore regionale alla Casa, Domenico Zambetti, condannato definitivamente lo scorso marzo a sette anni e mezzo di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio e corruzione aggravata dal fatto di aver agevolato la 'ndrangheta.
Gli arresti domiciliari
Ad accogliere la richiesta di detenzione domiciliare per motivi di salute avanzata da Zambetti, attraverso l'avvocato Corrado Limentani, è stato il Tribunale di Sorveglianza di Milano in base anche a una perizia con cui è stata stabilita la sua incompatibilità con il regime carcerario. I giudici, che rivaluteranno la situazione dell'ex assessore tra due anni, hanno quindi, ritenuto che per le sue gravi condizioni psichiche e non curabili in ospedale, l'unico luogo in cui possa scontare la pena sia la sua abitazione, in un contesto familiare. "È stato un atto di giustizia", ha affermato il difensore, dato che in poco più di 9 mesi il suo assistito ha perso addirittura 35 chili ed ha avuto gravi problemi psichiatrici e psicologici. "Speriamo che ora si possa riprendere", ha aggiunto. Al momento del suo ingresso nella casa di reclusione milanese, Zambetti, con un presofferto di sei mesi, doveva espiare sette anni di reclusione.