La vicenda riguarda la presunta 'rapina' di ovuli a una infermiera spagnola, avvenuta alla clinica Matris di Milano nell'aprile 2016
Severino Antinori è stato condannato a sei anni e sei mesi di carcere in Cassazione per la presunta 'rapina' di ovuli a una infermiera spagnola di 23 anni, avvenuta alla clinica Matris di Milano nell'aprile 2016. La condanna in via definitiva è stata decisa ieri dalla seconda sezione della Corte di Cassazione che ha ridotto la pena inflitta in appello a sette anni e 10 mesi. Ora il procuratore generale deve emettere l'ordine di esecuzione della pena e qualora dovesse disporre la carcerazione, nonostante il medico abbia 75 anni, i difensori del ginecologo, gli avvocati Carlo Taormina, Tommaso Pietrocarlo e Gabriele Maria Vitiello, presenteranno istanza di modifica della misura detentiva dal carcere in arresti domiciliari.
Il presunto espianto forzato
Secondo le indagini, l medico, ora in libertà (si trova nella sua abitazione romana) nell'aprile del 2016, all'interno della clinica Matris, avrebbe espiantato alcuni gameti dalla giovane, un'infermiera in prova, con la complicità di alcune collaboratrici. Gli ovuli erano destinati all'eterologa. La ragazza, sottoposta a una cura ormonale fatta passare per terapia per il trattamento di cisti ovarica, ha riferito di essere stata immobilizzata, anestetizzata e costretta a subire un'asportazione di ovuli, nonché privata del proprio telefono cellulare, per impedirle di chiedere aiuto.
A maggio 2019 Antinori è stato prosciolto dall'accusa di associazione per delinquere
Nel maggio dell'anno scorso, Antinori è stato prosciolto in un altro filone processuale dall'accusa di associazione per delinquere, finalizzata alla commercializzazione di gameti. Sempre nel maggio dell'anno scorso la Corte d'Appello di Milano ha accolto i patteggiamenti a due anni di carcere, con pena sospesa, per altri due coimputati di Antinori, la segretaria della clinica Bruna Balduzzi e l'anestesista Antonino Marcianò, i quali sono usciti dal procedimento.