In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Coronavirus Lombardia, tre positivi: classe chiusa a Bormio

Lombardia

In quarantena anche i familiari dei tre ragazzi e Ats della Montagna ha disposto il tampone anche sui familiari dei tre contagiati

Condividi:

Il nuovo LIVE con tutti gli aggiornamenti di oggi in Lombardia

 

Tre studenti della scuola superiore Alberti di Bormio (Sondrio) sono risultati positivi al Covid-19 e tutta la classe è stata messa in isolamento.

Il Comune di Bergamo ha concesso l'uso dello stemma ufficiale per la realizzazione di una versione bergamasca del Monopoly, il celebre gioco da tavolo edito in Italia da Winning Moves che devolverà parte del ricavato al fondo comunale per l’emergenza sanitaria.

Intanto, oggi sono stati registrati 277 nuovi casi positivi in Lombardia. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEL CONTAGIO)

16:53 - Da lunedì più tamponi al San Matteo di Pavia

A partire da lunedì 28 settembre il San Matteo di Pavia amplierà l'offerta per l'esecuzione di tamponi naso-faringei (per l'accertamento dell'eventuale contagio da Covid-19) sia per gli adulti che per i bambini. Per i soggetti di età superiore ai 14 anni, l'ambulatorio delle Malattie Infettive sarà aperto dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 15.40, garantendo l'esecuzione di 72 tamponi al giorno (fino ad oggi erano 33). Per i bambini (fino al compimento dei 14 anni), l' ambulatorio pediatrico tamponi (situato in zona adiacente l'ingresso del Pronto Soccorso Pediatrico-Padiglione 31) estenderà l'apertura fino alla domenica. Quindi, sarà possibile effettuare i tamponi dal lunedì alla domenica, dalle 9 alle 13, raddoppiando, così i posti giornalieri che salgono a 32. Per effettuare un tampone presso il Policlinico è necessario accedere al sistema di regolamentazione degli accessi Zerocoda e selezionare l'orario di accesso all'ambulatorio dal sito https://prenota.zerocoda.it/ oppure scaricando l'app Zerocoda sul proprio smartphone (utilizzando App Store o Play Store). Questa modalità è necessaria per garantire il distanziamento ed evitare gli assembramenti. Per accedere agli ambulatori è necessario rivolgersi prima al proprio medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta che provvederà al rilascio dell'impegnativa o a fornire le indicazioni necessarie per la compilazione dell' autocertificazione. Per quanto riguarda i referti non è prevista la consegna diretta ma, come da indicazioni regionali, la pubblicazione sul Fascicolo sanitario elettronico (Fse).

16:46 - In Lombardia 277 positivi, calano i ricoveri

Sono 277 i nuovi casi positivi in Lombardia, di cui 55 'debolmente positivi' e 8 a seguito di test sierologico, secondo i dati diffusi dalla Regione, su un numero di 20.431 tamponi effettuati. Un dato che corrisponde all'1,3% dei test eseguiti. In diminuzione i ricoveri sia in terapia intensiva 30 (-1) sia in reparto, 300 (-3). Due i decessi di persone positive registrati che portano il totale in regione a 16.937. Sono invece 152 in più i guariti/dimessi per un totale complessivo di 79.624, di cui 1.508 dimessi e 78.116 guariti. Il dato più alto tra le province è quello di Milano: 192, di cui 104 a Milano città.

14:48 - Arriva Monopoly Bergamo, parte dei ricavi in beneficenza

Il Comune di Bergamo ha concesso l'uso dello stemma ufficiale per la realizzazione di una versione bergamasca del Monopoly, il celebre gioco da tavolo edito in Italia da Winning Moves. "L'idea è quella di sperimentare nuovi percorsi di sponsorizzazione per il rilancio dell'immagine della città, ma anche quella di giocare tra Redona, Loreto, Bergamo Alta e tanti altri luoghi di Bergamo", spiegano dal Comune. "L'obiettivo è sostenere la rinascita di Bergamo dopo l'emergenza pandemia che l'ha colpita duramente sul piano sociale, economico e turistico. La società editrice Winning Moves, che produce il famosissimo gioco, devolverà parte del ricavato delle vendite al fondo che il Comune ha istituito per finanziare iniziative sociali e culturali connesse all'emergenza sanitaria". L'arrivo del gioco è previsto per fine ottobre.

13:33 - Caso camici, l'ex dg di Aria: “Bonifico Fontana non fu buona idea”

La scelta del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, di tentare di fare un bonifico al cognato Andrea Dini "per evitare speculazioni politiche", "non sembrò una buona idea" a Filippo Bongiovanni, l'ormai ex dg di Aria che il 16 aprile scorso aveva formalizzato l'ordine di fornitura per 513mila euro nei confronti di Dama, la società di Dini e della sorella, moglie del presidente della Regione, e che il 20 maggio era stato informato dallo stesso Dini della decisione di "trasformare il contratto di fornitura (…) in una donazione". Come emerge dagli atti, Bongiovanni, indagato, riferisce che Giulia Martinelli, capo della segreteria di Fontana, gli aveva confermato il legame societario con la famiglia del presidente. "A questo punto mi confidai anche con il segretario generale Turturiello", spiega riferendo che il 18 maggio "si presentò presso il mio ufficio (…) una dipendente di Regione Lombardia (…) che apparteneva verosimilmente allo staff del Presidente e mi chiese l'Iban di Dama". "Io le chiesi il motivo ma mi rispose 'non glielo posso dire' - prosegue Bongiovanni davanti ai pm -. Non trovando l'Iban nelle mail pervenute da Dama, ci recammo in Regione da Superti (vice dg di Regione Lombardia, ndr) e gli chiesi spiegazioni. Superti mi chiarì che il Presidente intendeva pagare la fornitura di camici, per evitare speculazioni politiche. A me non sembrò una grande idea, ma mi limitai ad eseguire la richiesta e a procurare l'Iban per il tramite del Direttore Amministrativo Roberto Gussago", che "mi scrisse una mail indicandomi il solo Iban". I pm hanno chiesto la consegna anche dei telefoni di Roberto Gussago, dipendente di Aria, di Pier Attilio Superti, vice dg di Regione Lombardia, e di Antonello Turturiello, segretario generale della Regione. Nessuno di loro è indagato.

12:27 - Caso camici, l'assessore a Dini: “Contiamo su lei come su altri”

"Buongiorno Dr. Dini. Ha ricevuto l'ordine per i camici dalla nostra centrale acquisti Aria? (...) noi contiamo su di lei, come sugli altri che hanno riconvertito la loro produzione, per rifornire l'intero sistema sanitario lombardo sulla base delle priorità indicate dai nostri colleghi della sanità". Così l'11 aprile scorso l'assessore lombardo Raffaele Cattaneo con un messaggio si rivolgeva ad Andrea Dini, cognato del governatore lombardo Attilio Fontana e patron della società Dama. Il messaggio è negli atti dell'inchiesta milanese sul cosiddetto 'caso camici'. Negli atti i pm indicano anche un audio inviato a Dini da Paolo Zanetta, direttore di produzione di Dama, il 6 maggio nel quale quest'ultimo, riassume la Procura, spiega che "un soggetto di Centrocot (Centro tessile cotoniero, ndr) ha avuto notizia da Raffaele Cattaneo che le aziende riconvertite hanno diritto a 10 milioni di euro da dividersi". Ci sono anche alcuni messaggi del 16 maggio tra Dini e Zanetta sulla trasformazione della "fornitura in donazione", che avviene proprio quel giorno. Dini scrive: "Ovviamente tutti dico tutti sono nella lista di fornitori di camici. Armani, Herno, Moncler. Gli unici coglioni siamo noi". E Zanetta: "Ma lo mandi a cagare e fatturiamo lo stesso". Dini replica: "Non posso". Agli atti anche la testimonianza di Cattaneo: "Conoscevo il marchio Paul&Shark e la Dama perché sono di Varese. Ho ricevuto una telefonata da una persona di cui non ricordo il nome, con la quale mi veniva manifestato l'interesse di Dini a rendersi disponibile e io l'ho contattato. Lo conoscevo di fama ma non avevo rapporti personali (...) il primo colloquio è avvenuto a marzo e lui mi ha detto che aveva fatto delle donazioni all'ospedale di Varese (...) avendo una impresa valida, l'ho indirizzato". Cattaneo ha spiegato anche che il 19 maggio, dopo che la fornitura era stata trasformata in donazione, sentì al telefono Dini: "mi ha comunicato di aver deciso di trasformare la commessa in donazione per ragioni di carattere familiare e che avrebbe proceduto allo storno della fattura".

12:15 - Caso camici, il pm: “Il cognato di Fontana mentì al giornalista di Report”

Secondo i pm di Milano che indagano sul 'caso camici', Andrea Dini, il cognato del governatore Attilio Fontana, mentì rispondendo al giornalista di Report impegnato in un servizio sulla commessa per 513mila euro di dpi assegnata dalla centrale regionale Aria alla sua Dama spa, società di cui è socia al 10% la sorella, Roberta Dini, moglie del presidente lombardo. Nella richiesta di consegna dei cellulari di alcuni indagati e non, eseguita ieri dalla Gdf, i pm sottolineano che una serie di sms scambiati il primo giugno fra i fratelli rappresentano una "conferma ulteriore della falsa giustificazione" offerta da Andrea Dini al cronista che per primo sollevò la questione del presunto conflitto di interessi e sul "tentativo di Roberta Dini di coordinarsi con il marito per fornire delle risposte coincidenti e credibili". "Sono venuti a suonarmi al campanello quelli di Report. Ho detto che è tutto donazione", scrive l'imprenditore alla sorella, che replica: "Cazzo". "Mercoledì devo mandare i documenti comprovanti che è donazione", aggiunge Andrea Dini e poi ancora: "Mercoledì gli mando i documenti da cui si desume che è tutto donazione". E Roberta Dini gli scrive due messaggi: "Io ne parlerei al tuo legale di fiducia (...) Magari ti consiglia qualcosa".

11:44 - Il leghista Dara: “Ho restituito le due rate del bonus”

Il deputato della Lega Andrea Dara ha restituito le due rate del bonus da 600 euro che nei mesi scorsi avevano causato la sua sospensione dal partito dopo le polemiche sui contributi per la ripresa dell'economia dopo il lockdown. Lo ha comunicato lui stesso alla Gazzetta di Mantova che pubblica oggi la notizia, precisando di aver adottato la procedura di storno del bonifico. Il bonus è stato, dunque restituito alla Banca d'Italia e all'Inps. "Non ho nient'altro di dichiarare" ha detto Dara, che è anche vice sindaco di Castiglione delle Stiviere.

11:28 - Caso camici, Roberta Dini al fratello: “Rivolgiti all'assessore”

"Prova a chiamare assessore (Cattaneo di Varese amico di Orrigoni) (...) sembra che siano molto interessati ai camici (...) questo mi dice assessore al Bilancio Caparini". Così Roberta Dini, moglie del governatore lombardo Attilio Fontana, scriveva il 27 marzo al fratello Andrea Dini, patron della Dama spa. Il messaggio, assieme a molti altri, è riportato negli atti dell'inchiesta milanese con al centro la fornitura di camici e altri dpi per mezzo milione di euro assegnata il 16 aprile all'azienda di Dini, di cui la moglie del presidente lombardo detiene il 10 per cento, da Aria, la centrale acquisti regionale, e poi trasformata in donazione parziale quando emerse il "conflitto di interessi". Roberta Dini in sei messaggi di fine marzo spiega al fratello anche che l'assessore lombardo Cattaneo "sembra sia molto attivo nell'approvvigionamento (...) ho avvisato la moglie di Cattaneo (che conosco un po') che vuoi dare una mano. Lei dice che lui sa il tessuto. Le ho dato il tuo numero". La Procura ricostruisce pure che l'ex dg di Aria, indagato assieme ad una dirigente, a Fontana e ad Andrea Dini, ha messo a verbale che l'11 maggio "era stato convocato dall'assessore Caparini", non indagato così come Cattaneo, "per una riunione sullo stato dell'arte delle forniture" nell'ufficio di Giulia Martinelli, capo della segreteria della presidenza della Regione. E' l'occasione, stando al verbale di Bongiovanni, nella quale l'allora dg di Aria "rende edotta" Martinelli "del legame tra la società Aria" e la famiglia Dini. "La Martinelli - ha spiegato Bongiovanni ai pm - mi chiamò l'indomani per confermarmi che aveva svolto delle verifiche e che il legame societario con la famiglia del Presidente sussisteva". Per i pm c'è stato "un diffuso coinvolgimento di Fontana in ordine alla vicenda" con "volontà di evitare di lasciare traccia del suo coinvolgimento mediante messaggi scritti". Il governatore, invece, ha sempre respinto le accuse.

7:17 - Tre positivi a Covid, classe chiusa a Bormio

Tre studenti della scuola superiore Alberti di Bormio (Sondrio) sono risultati positivi al Covid-19 e tutta la classe è stata messa in isolamento. In quarantena anche i familiari dei tre ragazzi e Ats della Montagna ha disposto il tampone anche sui familiari dei tre contagiati. Sono tutti 17enni e appartengono a una classe di dodici che resterà chiusa sino al primo ottobre compreso. Gli studenti faranno teledidattica.