Le misure restrittive, chieste e ottenute dal sostituto procuratore Maria Lina Contaldo, sono state notificate nell’ambito dell'indagine "Operazione Pandemia”, che sabato nei boschi della Valtartano aveva portato alla morte di uno spacciatore, precipitato da uno sperone roccioso alto 30 metri per sfuggire al controllo dei militari
Questa mattina i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Sondrio hanno notificato l'obbligo di dimora a 19 residenti nelle province di Sondrio, Lecco e Como, nell’ambito dell'indagine denominata "Operazione Pandemia”, che sabato nei boschi della Valtartano aveva portato all'arresto di un pusher marocchino di 28 anni, residente nell'hinterland di Milano, e alla morte di un suo connazionale, precipitato da uno sperone roccioso alto 30 metri per sfuggire al controllo dei militari.
Le accuse
Come spiegato dal tenente colonnello Rocco Taurasi, le 19 persone raggiunte dal provvedimento, chiesto e ottenuto dal sostituto procuratore Maria Lina Contaldo, sono accusate di concorso in spaccio, in quanto aiutavano i pusher portando loro nel bosco cibo, bevande, coperte e batterie ricaricate dei cellulari. In questo modo gli spacciatori restavano per giorni nel bosco in attesa dello smercio di cocaina ed eroina ai clienti. Tra gli acquirenti figuravano anche i soggetti colpiti dalla misura restrittiva che, in cambio della collaborazione, ricevevano trattamenti di favore nel pagamento delle dosi.