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Ndrangheta, blitz antidroga tra Milano e Reggio Calabria: 17 ordinanze

Lombardia

A due degli indagati è stata contestata l'aggravante del metodo mafioso, "per avere agevolato la 'ndrangheta a Corsico-Buccinasco". Sorveglianza speciale e maxi sequestro di beni nei confronti di uno storico boss attivo in Lombardia

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I carabinieri di Milano, nell'ambito di un'operazione antridroga, hanno eseguito un'ordinanza di custudia cautelare nei confronti di 17 persone nelle province di Milano e Reggio Calabria. I soggetti coinvolti nel blitz sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Sorveglianza speciale per 3 anni e 6 mesi e maxi sequestro di beni da 12 milioni di euro nei confronti di Bartolomeo Iaconis, 61 anni, storico boss della 'ndrangheta in Lombardia e ritenuto capo della Locale di Fino Mornasco (in provincia di Como).

Le indagini

L'indagine, avviata nel 2018 e coordinata dalla Dda di Milano, rappresenta la prosecuzione dell'operazione 'Quadrato' dell'ottobre 2018, che ha smantellato un gruppo criminale legato alla cosca Barbaro-Papalia dedito al traffico di ingenti quantitativi di cocaina e marijuana nel sud-ovest della provincia di Milano. Anche in quest'indagine sono state decisive le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia.

Indagati due affiliati a una 'ndrina di Platì

A due degli due indagati viene contestata l'aggravante del metodo mafioso "per avere agevolato la 'ndrangheta a Corsico-Buccinasco. L'impianto accusatorio - si legge in una nota - è stato suffragato dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, riscontrate nelle indagini, individuando due affiliati alla 'ndrina 'Barbaro-Papalia' di Platì (in provincia di Reggio Calabria), attiva da decenni nella gestione delle piazze di spaccio a Corsico e Cesano Boscone".

Maxi sequestro a storico boss della 'Ndrangheta in Lombardia

La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto un maxi sequestro di beni nei confronti di Bartolomeo Iaconis, storico boss della 'ndrangheta in Lombardia, già condannato negli anni '90 dopo l'operazione 'Fiori della notte di San Vito' e con un processo in corso per omicidio a Como. Tra i beni sequestrati una trentina tra immobili, terreni, boschi e conti correnti. I giudici Roia, Tallarida e Pontani, della Sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese e su richiesta della Dda, hanno disposto la misura di prevenzione ai fini della confisca di 55mila euro trovati in una "intercapedine" dentro un muro e della 'Azienda Agricola Bart - Ranch' con sede ad Appiano Gentile, nel Comasco, compresi stalloni, puledri e altri cavalli, ma anche bovini, pecore e capre. I magistrati, su richiesta della Dda guidata da Alessandra Dolci, hanno anche applicato per lui la sorveglianza speciale per 3 anni e 6 mesi. Nel provvedimento dei giudici vengono riportati anche atti di indagini che nel corso degli anni hanno visto coinvolto Iaconis (difeso dal legale Maurizio Gandolfi), secondo le accuse capo della 'locale' di Fino Mornasco, in provincia di Como.

"Pericolosità del boss non è mai venuta meno"

Nel provvedimento si legge che "scritti che riportano le formule prescritte per l'affiliazione o per il conferimento delle 'doti'" della 'ndrangheta sono stati trovati in "possesso di Iaconis" già "nel 1979", quando aveva 21 anni. Gli venne sequestrato, poi, anche un "'codice' per l'affiliazione". Nel '94 era stato arrestato nello storico maxi blitz contro la 'ndrangheta al nord 'Fiori della notte di San Vito'. Nel '98 era uscito dal carcere e ci è tornato lo scorso anno per l'omicidio del 2008 di Franco Mancuso nel Comasco, indagini riaperte dopo le dichiarazioni di un collaboratore. Per quanto rigurda il sequestro di oggi, i giudici parlano di "una evidente sperequazione fra redditi dichiarati e stile di vita" del boss e spiegano che la sua "pericolosità" non è "mai venuta meno nel tempo", dagli "anni '70" ad oggi ha continuato "ad agire a favore dell'organizzazione mafiosa 'ndrangheta, di cui ha continuato a far parte", nella cui "compagine ha sempre avuto ruoli decisionali e di potere". 

La riorganizzazione del traffico di droga

Doveva arrivare "quello dalla montagna" per riorganizzare la gestione della storica piazza di spaccio di Corsico, nell'hinterland a Sud-Ovest di Milano. L'uomo, L.V., 35 anni, originario dell'Aspromonte ('la montagna', appunto, nelle intercettazioni del gruppo criminale operate dai carabinieri), insieme al cugino di secondo grado S.B., di 21 (della nota famiglia 'ndranghetista decapitata proprio dalla precedente operazione 'Quadrato' che aveva mandato in carcere i suoi fratelli con pene da 9 a 12 anni), avrebbe avuto il compito di riorganizzare il traffico di cocaina e hashish e di riconquistare la piazza infiltrata da altri gruppi dopo le operazioni delle forze dell'ordine. Un ruolo che l'uomo, secondo le accuse della Dda di Milano, ricopriva mantenendo la veste insospettabile di bidello in scuole tra Corsico e Buccinasco (in provincia di Milano).

Il sistema

Un giro imponente, con panetti generalmente da un chilo ceduti agli spacciatori al dettaglio, esterni all'organizzazione, e che serviva i territori dell'hinterland di Corsico, Cesano Boscone, Buccinasco, Settimo Milanese e alcuni quartieri popolari di Milano. Droga che seguiva accordi e percorsi comuni decisi tra Platì (in provincia di Reggio Calabria), Buccinasco e Volpiano (in provincia di Torino). Qui gli affiliati utilizzavano "maniacali sistemi di controspionaggio" come pizzini e bonifiche ambientali, ma non sono riusciti a eludere i carabinieri della Compagnia di Corsico, coordinati dal pm Stefano Ammendola della Dda del capoluogo lombardo. Trovata, in un capannone a Gaggiano (in provincia di Milano), anche marijuana spacciata come a basso tenore di thc nel contesto di un'attività di produzione di cannabis legale (al momento estranea ai fatti).