Il presidio ha preso il via dall’ospedale di Alzano Lombardo, per poi spostarsi nel capoluogo, davanti alla sede dell’Ats , dove i manifestanti hanno chiesto giustizia per i loro cari scomparsi a causa della pandemia: ”Qui la gente è spaventata ancora. Ognuno ha un morto da piangere”
Chiedono giustizia i parenti delle vittime del Covid19 (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA), che quest’oggi si sono radunati in presidio a Bergamo davanti alla sede dell'Ats (PARENTI CONSEGNANO LE PRIME 50 DENUNCE). La manifestazione, organizzata da alcune sigle sindacali, ha preso il via dall’ospedale di Alzano Lombardo - al centro di un’indagine della Procura per la chiusura e riapertura del pronto soccorso lo scorso 23 febbraio - e ha visto la partecipazione di una cospicua fetta di cittadini.
Molti dei manifestanti sono scesi in piazza per chiedere chiarimenti sul perché i tamponi non sono ancora diffusi e hanno sottolineato la situazione dei bambini, abbandonati durante la pandemia e lasciati soli ora, "quando tutto riapre tranne le scuole", fanno sapere.
“Qui ognuno ha un morto da piangere”
"Sulla zona rossa ormai è scontro politico fra Regione Lombardia e Governo ma per noi sono colpevoli entrambi. Si sono piegati al volere degli industriali e hanno fatto un rimpallo per 15 giorni”, le parole di Roberto Fugazzi, del comitato popolare "Verità e giustizia per le vittime da Covid 19". Tuttavia, quello che interessa maggiormente a loro “è capire chi ha determinato la riapertura dell'ospedale di Alzano il 23 febbraio”, ha spiegato all’ANSA. E proprio da cittadino di Alzano conclude: "Qui la gente è spaventata ancora. Ognuno ha un morto da piangere".