Lo ha scritto la direzione generale della Baggina nel bollettino interno. Poi l'istituto ha specificato che le divise monouso esaurite sono "sotto-protezioni che si mettono come protezione ulteriore sotto i veri e propri camici monouso, che sono disponibili"
"Attualmente non sono presenti divise dedicate al personale medico e le divise monouso sono esaurite in struttura e irreperibili sul mercato". Lo scrive stamattina la direzione del Pio Albergo Trivulzio nel bollettino interno inviato ai dipendenti precisando poi nel tardo pomeriggio che le divise monouso "esaurite" e "irreperibili sul mercato", di cui si parla nell'ultimo bollettino, sono "sotto-protezioni che si mettono come protezione ulteriore sotto i veri e propri camici monouso, che sono disponibili". Nel bollettino interno la Baggina ha comunicato anche che da domani comincerà l'esecuzione dei test sierologici sul personale sanitario. Su quest'ultimo punto la Direzione Generale Welfare della Lombardia nel pomeriggio ha pubblicato una nota di chiarimento poiché l'istituto nel bollettino dichiarava di agire "contrariamente" a quanto indicato da una circolare della Direzione Generale Welfare.
Nel frattempo il "Comitato giustizia e verità per le vittime del Trivulzio" ha deciso di lanciare una campagna sul web "per raggiungere il maggior numero possibile dei parenti degli anziani e raccogliere le loro testimonianze. Per avere giustizia e verità è necessario il contributo e il supporto di tutti i familiari. Per questo motivo lanciamo in Rete una campagna per raggiungere il maggior numero possibile dei parenti degli anziani e raccogliere le loro testimonianze. Scriveteci alla mail comitatotrivulzio@gmail.com", ha spiegato il portavoce Alessandro Azzoni. Sul caso del Pio Albergo Trivulzio di Milano indaga la Procura per presunte irregolarità nella gestione dell'emergenza Coronavirus. Al Trivulzio sono morti da marzo in poi oltre 200 anziani. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI).
I medici del Trivulzio sentiti su ingressi pazienti
Intanto, le audizioni sono andate avanti per molte ore in questi giorni. Si tratta di quelle dei medici del Trivulzio sentiti dai colleghi dell'Ats (ex Asl). Ai medici del Pat sono state chieste spiegazioni e chiarimenti sui presidi sanitari utilizzati (mascherine, camici e occhiali) da medici, infermieri e operatori sanitari e sul numero di tamponi effettuati nella struttura. L'Agenzia di tutela della salute sta svolgendo una sua indagine interna per accertare quanto avvenuto nella casa di cura dall'inizio dell'emergenza Coronavirus.
Il bollettino: "Attualmente sono finite le divise monouso"
In mattinata la direzione del Trivulzio ha scritto nell'ultimo bollettino interno inviato ai dipendenti ha comunicato l'attuale mancanza delle divise monouso sottolineando come "tale situazione di irreperibilità di materiale, come le altre precedentemente illustrate, si colloca nel contesto emergenziale attuale". E ancora: "È doveroso sottolineare che il Provveditorato lavora, come tutto il resto dell'Azienda, senza posa per cercare soluzioni anche alternative per tutte le criticità di volta in volta emergenti. Si ribadisce che i camici monouso, oltre a necessaria garanzia, costituiscono obbligo d'uso". Nel tardo pomeriggio l'istituto ha specificato che le divise monouso "esaurite" e "irreperibili sul mercato", di cui si parla nell'ultimo bollettino, sono "sotto-protezioni che si mettono come protezione ulteriore sotto i veri e propri camici monouso, che sono disponibili".
"Eseguiti tamponi a 45 operatori asintomatici"
Nel nuovo bollettino il Trivulzio comunica anche una serie di dati già forniti nei giorni scorsi sui tamponi effettuati: "A seguito degli esiti del 'primo' tampone eseguito al Pat e in Principessa Jolanda, vi sono 183 ospiti e pazienti Covid positivi e 260 ospiti e pazienti Covid negativi". Sulla base "degli esiti del 'primo' tampone, sotto la supervisione scientifica del virologo prof. Fabrizio Pregliasco e di concerto con i primari di riferimento", scrive la direzione del Trivulzio, sono stati creati nuclei per i Covid negativi, nuclei per i Covid positivi e aree di osservazione specifica di pazienti negativi con sintomatologia sospetta.
"Con la regia del medico competente, prof. D'Orso - si legge - sono stati eseguiti tamponi a 45 operatori asintomatici pronti per il rientro in servizio a Milano e a 35 operatori asintomatici pronti per il rientro in servizio a Merate (altra struttura del Pat, ndr)". E ancora: "Sulla scorta di quanto attuato dalle Ats, si è deciso di procedere con il secondo tampone a 48 ore di distanza dall'esecuzione del primo: ne sono già stati effettuati 55. I risultati sono attesi per l'inizio della prossima settimana: con il doppio esito negativo si potranno avere riattivazioni operative di personale di reparto".
"Mascherine per tutti dal 13 aprile"
Secondo la direzione della casa di riposo dal 13 aprile "tutte le Sezioni dell'Azienda sono munite di Dpi completi", ossia di mascherine e altri dispositivi di protezione. Sulla base "delle nuove Indicazioni di Regione Lombardia per un utilizzo delle protezioni per infezione da Sars-Cov-2" e di un protocollo del 18 marzo, si ritiene, scrive il Trivulzio, che "lo scenario espositivo degli operatori sanitari in struttura socio-sanitaria residenziale sia assimilabile a quello delle Unità Operative Covid-19 a bassa intensità di cura". Da qui la consegna di mascherine in tutte le sezioni, dopo che per settimane lo stesso Trivulzio ha segnalato nei bollettini la difficoltà di trovare i dispositivi di protezione. Come "da nota del Dg Welfare di Regione Lombardia del 29 marzo", scrive ancora la Baggina, "si ricorda che l'utilizzo dei Dpi completi" è obbligatorio "anche durante le attività di back-office sanitario".
"Da domani test sierologici sul personale"
Sempre nel bollettino viene comunicato che da domani comincerà l'esecuzione dei test sierologici "sul personale sanitario in servizio in tutte le tre sedi dell'Azienda secondo modalità definite con la supervisione del Prof. Pregliasco e che verranno comunicate". Nella comunicazioni interna si legge anche che il Trivulzio è riuscito "a definire uno specifico accordo con il Laboratorio del Policlinico" per i test. E questo sarebbe stato fatto, spiega l'istituto, "contrariamente" a quanto disposto dal Dg Welfare della Regione Lombardia Luigi Cajazzo, ovvero "di avviare tali test su personale ospedaliero, inserendo la disponibilità di accesso al personale sociosanitario solo in un secondo tempo".
La nota della Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia
"La nostra circolare - comunica in una nota la Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia -, diramata a tutte le strutture riportante le indicazioni per l'effettuazione dei test sierologici, evidenziava che in prima istanza sarebbero stati sottoposti ad analisi i sanitari dipendenti dalle Aziende sede dei laboratori attivati, per far seguito, subito dopo, con gli altri operatori delle strutture sanitarie e sociosanitarie". La Direzione Generale Welfare si riferisce "alla notizia per cui il Trivulzio avrebbe stretto un accordo con il Policlinico di Milano - continua la nota - per partire già domani con i test sierologici per il personale sanitario della struttura, 'contrariamente'", come ha scritto lo stesso istituto in un bollettino, "a quanto indicato dalla Dg Welfare di Regione Lombardia". Il Policlinico di Milano, si legge nel comunicato, "è il laboratorio di riferimento del Pat, come da indicazioni di questa Direzione Generale e non risultano 'accordi' particolari 'contrariamente' alle nostre disposizioni. Cogliamo l'occasione - si legge ancora - per specificare che le modalità per l'analisi del test sierologico nelle Rsa, sono state così predisposte in virtù del fatto che gli operatori e ospiti del Pat, come delle altre residenze sociosanitarie regionali, vengono sottoposti alla procedura del tampone naso-faringeo che, al momento, costituisce lo strumento risolutivo di individuazione del virus. Solo al Trivulzio, negli ultimi 6 giorni, sono stati effettuati e processati 400 tamponi".
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