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Treno deragliato a Lodi, oltre ai cinque operai indagata anche Rfi

Lombardia
Il treno deragliato

La procura di Lodi ha spiegato che Rfi è indagata sulla base della legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Nominati i periti per gli accertamenti 'irripetibili', sono gli stessi del disastro ferroviario di Pioltello

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Oltre ai cinque operai, anche Rfi, Rete ferroviaria italiana, è indagata per il deragliamento del Frecciarossa (CHI ERANO I MACCHINISTI - FOTO - VIDEO), avvenuto il 6 febbraio all'altezza di Ospedaletto Lodigiano. A renderlo noto è stata la procura di Lodi spiegando che Rfi è indagata sulla base della legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. "La società - ha voluto sottolineare il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro - non è indagata per ipotesi penale".

Nominati gli stessi periti dell'incidente di Pioltello

I periti incaricati dalla procura di Lodi, Roberto Lucani e Fabrizio D'Errico, sono gli stessi indicati a suo tempo dalla procura di Milano per il disastro ferroviario avvenuto a Pioltello, dove il 25 gennaio del 2018 è deragliato un treno regionale. I periti dovranno svolgere accertamenti 'irripetibili' sul luogo dell'incidente, che ha provocato la morte di due macchinisti e il ferimento di 31 persone, per poi redigere, a fine lavoro, una relazione sulla dinamica del deragliamento del treno.
I consulenti dovranno studiare una "serie corposa di documenti", spiega il procuratore Chiaro. Dopodiché, aggiunge, "Verranno fatte anche simulazioni e prove tecniche. Si tratta di consulenti di provata esperienza, che pensiamo siano quanto di meglio la piazza possa offrire". La zona resterà sotto sequestro almeno fino a mercoledì.

La versione degli operai

"Lo scambio era in posizione corretta". Questa la versione dei cinque operai di Rfi. Tutti gli indagati, sentiti tra sabato e domenica, hanno sostanzialmente confermato le parole rese da testimoni nei giorni scorsi. Un racconto che contrasta con gli elementi in mano alla procura, che li accusa di aver "svolto un'attività non adeguata".

La versione dell’accusa

Secondo i pm, dopo la manutenzione lo scambio sarebbe rimasto deviato verso sinistra e, per questo, il convoglio, a quasi 200 chilometri orari, è finito con la motrice su un binario di servizio. Il sospetto è che l'operazione per aggiustare un guasto su quello scambio sia stata comunicata, ma non effettuata da chi di dovere. Decisivi saranno gli accertamenti tecnici, cosiddetti 'irripetibili', che hanno reso necessaria l'iscrizione degli operai nel registro degli indagati per dar loro la possibilità di nominare avvocati e consulenti. Già subito dopo l'incidente erano stati sentiti come testimoni, negando ogni responsabilità, ma quelle dichiarazioni non sono utilizzabili perché poi sono stati indagati.

Solo due operai avrebbero operato sullo scambio

A quanto si apprende, solo due tra gli operai indagati avrebbero materialmente operato sullo scambio 'sotto accusa' come possibile causa dell'incidente. Gli altri tre sarebbero stati certamente in squadra con loro, ma non avrebbero agito in prima persona sullo scambio. Questo è quanto risulta esser stato chiarito dagli stessi addetti alla manutenzione.