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Ruby ter, il teste: "Busta con i soldi da avvocato a Karima"

Lombardia
Ruby

Questa mattina ha testimoniato il custode del palazzo nel quale aveva lo studio il legale Luca Giuliante, ex difensore di Ruby

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Buste con soldi che passavano dall'avvocato Luca Giuliante, ex legale di Ruby e tra gli imputati nel processo Ruby ter, alla stessa Karima El Mahroug. Questa in sintesi è la testimonianza - resa questa mattina nel dibattimento che vede Silvio Berlusconi tra i 29 imputati, accusato di corruzione in atti giudiziari - da un peruviano, custode di un palazzo a Milano in cui aveva lo studio il professionista.

Il racconto

Il teste ha raccontato di aver portato queste "buste", che gli aveva affidato l'avvocato Giuliante, due volte nel 2014, una volta alla stessa Karima e un'altra a un amico di lei, sempre su indicazione di Ruby. "Una volta - ha spiegato - mi sembra che Giuliante mi abbia detto 'fai attenzione che ci sono soldi'". Ha detto anche di essere stato pagato per questo servizio "150 euro" e che in una delle due volte non gli era stato detto che ci fosse denaro dentro. "Prima mi chiamava lei, Ruby - ha chiarito il teste - e mi diceva di andare da Luca (Giuliante, ndr) a prendere delle buste per portarle a Genova da lei. L'avvocato mi consegnava la busta e io non mi sono mai permesso di chiedere cosa ci fosse dentro".

I messaggi WhatsApp

Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano ha letto, però, alcuni messaggi WhatsApp dell'ottobre 2014 nei quali il portinaio parlava con Ruby, per tre giorni consecutivi, ed entrambi facevano riferimento ad una busta con "soldi". "Lei era diventata un po' pesante, perché pensava che io lavorassi per lei", ha aggiunto l'uomo, che ha spiegato, invece, di essere amico dell'avvocato Giuliante, anche lui accusato dai pm di corruzione in atti giudiziari, perché avrebbe fatto, secondo l'accusa, da intermediario nelle consegne di denaro da Berlusconi alla ragazza, il cui 'silenzio' sulle serate ad Arcore sarebbe stato pagato dal leader di FI, così come quello di altre 'olgettine'. Inoltre, il testimone, in una fase della sua deposizione, si è commosso: "Io sono in un paese che mi ha dato tutto, non sono abituato a queste cose, non ho fatto niente di male", ha detto ai giudici.

La testimonianza della giornalista inglese

Marysthell Polanco "mi disse che Ruby aveva preso 6 milioni di euro da Berlusconi, che le aveva comprato anche una casa in Messico", ha raccontato in aula la giornalista inglese Hannah Roberts, sentita oggi durante il processo. "Ruby stessa credo che lo disse a Polanco, credo, non ricordo bene". Nel gennaio 2013 Roberts ha avuto due colloqui con l'ex showgirl dominicana (l'audio di uno dei quali, registrato dalla cronista, è agli atti del processo), e poi aveva pubblicato un articolo sul 'MailOnline' nel 2015. Polanco infatti per un'intervista video aveva chiesto 2 milioni di euro, ma il 'MailOnline' le avrebbe dato al massimo 30mila euro e, dunque, l'ex showgirl aveva rifiutato. La giornalista registrò comunque i colloqui, all'insaputa di Polanco, e pubblicò l'articolo due anni dopo, quando l'ex soubrette iniziò a fare dichiarazioni pubblicamente sul "bunga-bunga". 
La teste, sempre riferendo i racconti di Polanco, ha anche detto che Nicole Minetti avrebbe ricevuto da Berlusconi "un milione di dollari, in particolare il padre di Minetti era andato a casa di Berlusconi e aveva chiesto quei soldi e li aveva ricevuti". Minetti, stando alla versione di Polanco, "voleva continuare a fare politica, ma Berlusconi non voleva e dunque aveva chiesto quei soldi, anche perché lei sapeva la verità" sulle cene di Arcore. 

Il 'coaching' per "non dire la verità nei processi"

La "verità" per Polanco, ha sintetizzato Roberts, era che lei e le altre ragazze avevano detto il falso nei processi sul caso Ruby, parlando di "cene eleganti", e che per fare questo "erano state formate, istruite dagli avvocati di Berlusconi, in tre occasioni", anche a casa dell'ex premier. Polanco e la brasiliana Iris Berardi avrebbero avuto una "formazione maggiore, speciale" rispetto alle altre perché "Iris era minorenne e Polanco sapeva più cose". La dominicana avrebbe anche riferito alla cronista che "avevano le domande che sarebbero state poste nei processi e avevano anche le risposte" che avrebbero dovuto dare, "istruzioni" che le 'olgettine' avrebbero ricevuto dagli "avvocati" di Berlusconi. "Polanco disse che Ghedini era il 'coach'", ha aggiunto la cronista, facendo riferimento allo storico legale dell'ex Cavaliere (la sua posizione è stata archiviata in fase di indagine). Il leader di FI inoltre, dopo lo scoppio dello scandalo, "aveva provveduto a far portare Iris in un luogo segreto, perché non avesse contatti con altre persone". Polanco, ha continuato la giornalista, "mi ha detto che lei sapeva dei rapporti sessuali di Ruby minorenne con Berlusconi, ma non sapeva se lui fosse a conoscenza della sua minore età".

"Il figlio di Berlusconi non voleva le Olgettine a Mediaset"

Marysthell Polanco inoltre avrebbe detto alla giornalista che Pier Silvio Berlusconi "non voleva che lei e le altre ragazze", coinvolte nello scandalo delle serate ad Arcore, "lavorassero a Mediaset". La stessa Polanco, infatti, le avrebbe riferito che "aveva un contratto con Mediaset, però non lavorava". Inoltre, "lei e Ruby avevano una stanza assieme ad Arcore, che condividevano", ha aggiunto la giornalista,  e che l'ex showgirl a un certo punto "voleva vendere anche un video che aveva fatto a Berlusconi, in cui lui parlava male, con parole razziste, di Balotelli". Il video è agli atti del procedimento. 

La replica della difesa

Incalzata dalle domande del legale di Berlusconi, l'avvocato Federico Cecconi, la giornalista inglese ha specificato che la stessa Polanco "un giorno diceva di aver avuto rapporti con Berlusconi, il giorno dopo no". E ha precisato: "Non posso essere sicura del grado di affidabilità di Polanco". Mentre il legale di quest'ultima, l'avvocato Paolo Cassamagnaghi, ha messo in evidenza il fatto che l'ex 'olgettina', la quale di recente è tornata ad annunciare che nel processo dirà la "verità", non aveva dato l'assenso alla pubblicazione delle sue dichiarazioni. Dal canto suo, il difensore di Karima El Mahroug, l'avvocato Paola Boccardi, ha fatto notare alla teste che nelle trascrizioni del secondo incontro con Polanco quest'ultima aveva parlato di altre cifre per la marocchina, come "60mila euro". La cronista ha risposto spiegando che il giorno prima, però, "mi parlò di 6 milioni".