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Lecco, prete condannato per diffamazione denuncia Salvini: “Ha detto falso in Tribunale”

Lombardia
Don Giorgio De Capitani (ANSA)

Don Giorgio De Capitani, 81enne, ha querelato a sua volta il leader della Lega per lo stesso reato. “Mi ha accusato di aver commesso un gravissimo reato, pur essendo ben consapevole della mia estraneità", ha spiegato l'ex parroco di Monte di Rovagnate 

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Don Giorgio De Capitani, il prete 81enne lecchese condannato per diffamazione a seguito di una querela di Matteo Salvini, ha denunciato a sua volta il leader della Lega per lo stesso reato. Lo ha riferito lo stesso don De Capitani all'ANSA spiegando che "Matteo Salvini durante l'udienza, che si è tenuta nel settembre scorso, ha dichiarato sotto giuramento alcuni fatti falsi e, cosa forse ancor più penalmente punibile, mi ha accusato di aver commesso un gravissimo reato, pur essendo ben consapevole della mia estraneità".

Le parole del sacerdote 

L'ex parroco di Monte di Rovagnate (Lecco) ha spiegato che "durante la testimonianza Salvini, evidentemente ben conscio della gravità e degli effetti che tale fatto avrebbe potuto rappresentare anche nel mio processo, ha dichiarato palesemente il falso, affermando un fatto diametralmente opposto rispetto a quello che in modo inequivocabile emerge dai documenti prodotti". Secondo don Giorgio "è un fatto, a mio parere, molto grave: un ex vicepremier ed ex ministro dell'Interno non può, in vista del proprio tornaconto, mentire deliberatamente, sotto giuramento, davanti ad un tribunale penale". "Ma il fatto per me ancor più grave - ha aggiunto don De Capitani- è stato che Salvini, nella stessa udienza e sempre sotto giuramento, ha anche ripetutamente affermato che nei suoi confronti avrei detto, in un mio video, 'è un ladro, uccidiamolo'". "Il termine 'ladro' - ha spiegato il sacerdote - mi serviva nel video per fare un ragionamento tanto paradossale quanto semplice. Se fosse giusto uccidere un ladro per il solo fatto di essere un ladro - ha spiegato il sacerdote - allora sarebbe giusto uccidere anche Salvini, in quanto ladro di democrazia, ma siccome non dovrebbe essere giusto uccidere i ladri, se non per legittima difesa quando effettivamente viene messa in pericolo l'incolumità del derubato, allora non può essere giusto neppure uccidere Salvini".

La condanna di Don De Capitani

Lo scorso lunedì 11 novembre don De Capitani è stato condannato a pagare 7.500mila euro, e al risarcimento danni per ulteriori 7mila, per aver diffamato Salvini. I fatti risalgono al periodo tra marzo e ottobre 2015, quando don Giorgio aveva pubblicato sul proprio blog e sui social alcuni post ritenuti diffamatori nei confronti del leader della Lega, che poi lo ha querelato.