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Ferì un militare a Milano, pm valuta richiesta perizia psichiatrica

Lombardia
I soccorsi dopo l'aggressione (ANSA)

Lo scorso 17 settembre, Mahamad Fathe colpì con delle forbici nel piazzale antistante la stazione Centrale il caporale Matteo Toia. Secondo il gip, il suo fu un gesto premeditato ed eseguito con "lucidità estrema" 

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La procura di Milano sta valutando di richiedere al gip Natalia Imarisio di effettuare una perizia psichiatrica su Mahamad Fathe, il 23enne yemenita che il 17 settembre scorso ha ferito con delle forbici nel piazzale antistante la stazione Centrale del capoluogo lombardo il caporale Matteo Toia in servizio per l'operazione 'strade sicure'. Il giovane, accusato di tentato omicidio aggravato dalla finalità terroristica e dalla violenza a pubblico ufficiale nell'inchiesta del pm Enrico Pavone e dei carabinieri, è stato di recente trasferito nel carcere di Alessandria. Per gli inquirenti, l'accertamento sulla capacità di intendere e di volere del giovane sarà necessario nel corso del procedimento. Secondo il gip, invece, la sua è stata un'azione pianificata ed eseguita con "lucidità estrema”.
Gli inquirenti stanno anche approfondendo il filone investigativo sugli "eventuali contatti" del 23enne, già segnalato dalla Germania come simpatizzante dell'estremismo, "con organizzazioni terroristiche".

Le dichiarazioni di Fathe

La posizione del gip si basa soprattutto su quanto dichiarato da Fathe dopo l’aggressione: ”L'ho colpito con una forbice di piccole dimensioni”, aveva messo a verbale il 23enne. “Mi dispiace per quello che è accaduto. È colpa mia. La voce che mi è venuta in mente è che facendo così potevo entrare in paradiso. Pensavo di fare quest'azione da circa tre giorni con un intento praticamente suicidario”. Come si legge nell'ordinanza del giudice, l’uomo aveva poi "continuato a tenere l'arma puntata verso i militari dell'Esercito e i carabinieri" che tentavano di accerchiarlo. Gridando ripetutamente 'Allah akbar', aveva fatto anche cenno a una donna in divisa, che era vicino al ferito, "di spostarsi perché voleva continuare ad inveire contro il caporale". Secondo il gip è stato dunque un gesto preordinato, eseguito con "lucidità estrema", dimostrata "tra le altre cose dall'indicato riguardo utilizzato nei confronti del militare donna".

L’aggressione

L'aggressione è avvenuta in piazza Duca d'Aosta, intorno alle 11 del mattino. Fathe è stato fermato poco dopo da una pattuglia dei carabinieri di passaggio. Il primo a bloccare il 23enne, con un placcaggio, è stato un 52enne senegalese. Il militare ha riportato ferite lievi.
Nella notte precedente, i militari del nucleo Radiomobile erano già intervenuti in via Sammartini (accanto alla stazione), su chiamata del custode del rifugio della Caritas perché Fathe era salito su una pensilina con una penna, minacciando tutti e urlando frasi sconnesse.