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Tangenti in Lombardia, imprenditore: "Finanziai illecitamente Sozzani"

Lombardia
Foto di Archivio (ANSA)

Daniele D'Alfonso ha confermato ai pm di Milano il presunto finanziamento illecito di "10mila euro" versato al parlamentare, per il quale la Camera di recente ha detto no all'arresto

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Il "pagamento avvenne attraverso l'emissione della falsa fattura" e le "modalità di pagamento mi vennero indicate prima" da Nino Caianiello, presunto 'burattinaio' del sistema, "poi da Sozzani", deputato di FI, "che mi mise in contatto con Mauro Tolbar", presunto collettore delle tangenti. L'imprenditore della Ecol service Daniele D'Alfonso ha confermato ai pm di Milano il presunto finanziamento illecito di "10mila euro" versato al parlamentare, per il quale la Camera di recente ha detto no all'arresto. Poi ha raccontato che il deputato Sozzani "mi venne presentato da Caianiello prima delle politiche del 2018, me lo presentò come referente di Forza Italia a Novara. Mi disse che Sozzani aveva già lavorato con altre aziende che come la mia operavano nel settore delle bonifiche. Mi chiese di incontrarlo in modo tale da poter espandere la mia attività commerciale anche sul Piemonte". E ancora: "Io spiegai a Sozzani l'operatività di Ecol service, Caianiello mi disse però che dovevo dare 'una mano a Diego' che in quel momento era impegnato nella campagna elettorale, e fu sempre Caianiello a quantificare in 10mila euro la somma del finanziamento poi erogato". D'Alfonso ha ammesso che "è corretta la ricostruzione dell'ordinanza di custodia cautelare" su quel fatto di presunto finanziamento illecito, per il quale i magistrati milanesi avevano chiesto alla Camera di autorizzare la misura cautelare dei domiciliari per il parlamentare. Richiesta respinta con un voto dell'Aula. Fu sempre Sozzani, secondo D'Alfonso, "che mi mise in contatto con Gallina (Andrea, ndr)", ex ad di Acqua Novara Vco, società municipalizzata, "dicendomi che lui era un suo uomo, nel senso che lui era particolarmente vicino nonostante fosse della Lega". L'accordo con Gallina (indagato), ha messo ancora a verbale l'imprenditore, "era di ampio raggio" perché riguardava anche "altri futuri affidamenti da parte della municipalizzata".

Le rivelazioni su Pietro Tatarella

Pietro Tatarella, ormai ex consigliere comunale milanese ed ex vicecoordinatore lombardo di FI, "sapeva dell'ottenimento degli appalti" in Amsa, l'azienda milanese dei rifiuti, "per il tramite di De Cillis (Mauro, ndr)", ex responsabile operativo dell'azienda, "sapeva che De Cillis era a disposizione per risolvere problemi e per chiudere determinate commesse". Lo ha messo a verbale sempre D'Alfonso. Tatarella, secondo l'accusa, sarebbe stato 'a libro paga' di D'Alfonso, che ha confermato: con quei "pagamenti", ha spiegato, "mi avrebbe procurato ulteriori occasioni di lavoro". Inoltre, "col 'nero' - ha messo a verbale l'imprenditore - erano state pagate parte delle spese elettorali connesse alla stampa e spedizione dei santini di Tatarella nel 2016". E "sempre in contanti pagai nel 2016 una somma di circa 70mila euro per far fronte alle spese della campagna elettorale di Tatarella a consigliere comunale". L'imprenditore, infatti, riteneva che "facendo fronte a questi pagamenti avrei mantenuto ottimi rapporti con lui e mi avrebbe procurato ulteriori occasioni di lavoro, cosa che poi ha effettivamente fatto presentandomi Salerno e, grazie a lui, De Cillis". E così ancora "per quanto riguarda le Europee ho effettuato a favore di Tatarella due bonifici per circa 17mila euro, gli avevo dato l'uso di carte di credito e della carta carburante, senza limiti di spesa". D'Alfonso ha confermato, inoltre, anche un presunto finanziamento illecito per Fabio Altitonante, consigliere lombardo 'azzurro', finito ai domiciliari e poi tornato libero, e "Tatarella era perfettamente a conoscenza" anche di questa "operazione". In più, l'imprenditore ha ammesso anche il versamento illecito per Angelo Palumbo, anche lui consigliere lombardo di FI e indagato nella tranche della maxi indagine appena chiusa: "In una occasione elettorale mi ringraziò anche per il denaro che aveva ricevuto, e da lì ho capito che sapeva perfettamente della contribuzione".