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Caldo record a Milano, black-out e pronto soccorso intasati

Lombardia
Foto di archivio (ANSA)

Per i numerosi malori causati dall'afa, le ambulanze non riuscivano a disimpegnarsi, provocando così una carenza di mezzi. La rete elettrica è saltata più volte a causa del massiccio utilizzo dei condizionatori, anche in Galleria Vittorio Emanuele II

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Sono state dodici ore di passione quelle trascorse a Milano, dal pomeriggio di ieri, giovedì 27 giugno, a stamattina, sotto la canicola che sta colpendo in questi giorni le regioni del Nord Italia. Ad andare in tilt, infatti, a causa del gran caldo, sono stati sia i pronto soccorso degli ospedali, sia il 118, sia la rete elettrica, sulla quale si sono verificati molti temporanei black-out, come confermato da Areu (Azienda Regionale Emergenza Urgenza) e dalla polizia.

Blackout anche in Galleria Vittorio Emanuele II

Anche in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano c'è stato un blackout elettrico nel corso della mattina. Si è trattato, come ha precisato Unareti, società che gestisce il servizio di distribuzione della rete elettrica a Milano, di una interruzione temporanea della fornitura di energia elettrica dovuta probabilmente al picco dei consumi. A causa del caldo anomalo in tutta la città il 27 giugno è stato raggiunto il picco dei consumi con 1614 megawatt, cioè il 40% in più di punte di consumo di energia rispetto allo scorso anno. La rete, come spiegano dalla società, è molto sollecitata e possono esserci della interruzioni circoscritte. Anche i commercianti che lavorano in Galleria, nel Salotto di Milano, hanno segnalato problemi. "Riceviamo segnalazioni di gravissimi disservizi per le imprese in Galleria Vittorio Emanuele II e nel centro della città dovuti a black out di energia elettrica", ha detto in una nota Lino Stoppani, presidente di Epam, l'Associazione dei pubblici esercizi di Confcommercio Milano. Secondo Confcommercio Milano "servono investimenti per adeguare una rete vecchia. In una città come Milano, non è pensabile che le sottostazioni di servizio dell'elettricità in centro rispondano a logiche e consumi di 30-40 anni fa".

La nota di Unareti

Unareti ha spiegato in una nota, in cui si scusa anche per i disagi con i cittadini, di avere messo in campo circa il doppio delle squadre di pronto intervento, rispetto alle regolari condizioni di servizio. Con l'obiettivo di aumentare la flessibilità̀nell'esecuzione di interventi urgenti sono state istituite squadre che possono eseguire interventi indistintamente sia sulle reti elettriche sia del gas. Per quanto riguarda gli investimenti la società nell'ultimo triennio "ha raddoppiato gli investimenti nella rete elettrica di distribuzione - si legge nella nota -. Sono stati sostituiti l'80% dei giunti previsti dal piano di sostituzione straordinario e realizzate le due nuove cabine primarie Rogoredo e Benedetto Marcello". La società inoltre "ha in programma di incrementare gli investimenti nei prossimi anni con l'obiettivo di avere un impianto di distribuzione cittadino in grado di fronteggiare la crescita dei consumi dovuta alle condizioni meteo".

Gli intasamenti al pronto soccorso

Sul fronte sanitario, l'ondata di malori causati dall'afa ha provocato un intasamento dei pronto soccorso. Le ambulanze, in attesa di consegnare i pazienti, non riuscivano a disimpegnarsi, provocando così una carenza di mezzi che ha causato vari disagi per quasi tutta la notte. I problemi potrebbero continuare anche oggi. Inoltre, a causa del grande uso di condizionatori, la rete elettrica è andata in tilt numerose volte, con piccoli black-out risolti via via dai tecnici al lavoro per tutta la notte. 

Soccorritore: disastro annunciato

"Ma quale emergenza, tutti quelli che sapevano di essere in turno ieri sera e nella notte immaginavano che sarebbero state ore di passione. È ovvio che se non potenzi i pronto soccorso che già normalmente sono al collasso e ci sono 40 gradi succede un casino". A dirlo è Antonio, soccorritore di lungo corso di una 'Croce' (così si chiamano le associazioni che prestano opera di trasporto dei malati, a Milano) privata. "Il problema si è aggravato con il passare delle ore - spiega Antonio, da 15 anni volontario e oggi capo equipaggio di un'ambulanza - perché nei pronto soccorso dopo cena visitavano la gente che si era presentata nel primo pomeriggio; di notte poi, con anziani soli che si sentivano soffocare e persone che hanno avuto malori per via dell'afa, è andato tutto in tilt. Non si riusciva a consegnare i pazienti ai triage, e non è che li possiamo scaricare in astanteria: siamo responsabili del trasportato fino a quando non è stato preso in consegna dall'ospedale. Ci chiamavano, ma non potevamo rispondere".