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Bergamo, frode fiscale da otto milioni: arrestata una donna di 43 anni

Lombardia
Foto di archivio

È accusata di aver ideato la frode insieme al marito, il quale si trova già in carcere. Altre 17 persone sono state denunciate

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Arrestata la titolare 43 anni di uno studio professionale di Romano di Lombardia e Bergamo, posta agli arresti domiciliari con l'accusa di aver ideato una frode fiscale, dal valore complessivo di circa 8 milioni di euro, insieme al marito, il quale si trova già in carcere. L'ordinanza di custodia cautelare eseguita dalla guardia di finanza di Bergamo e firmata dal Gip Federica Gaudino su richiesta del PM Antonio Pansa, è l'epilogo di un'inchiesta svolta dal nucleo di polizia economico finanziaria di Bergamo nel corso della quale sono state denunciate a vario titolo 17 persone, tra professionisti e rappresentanti legali di imprese, per omessa presentazione della dichiarazione, indebite compensazioni d'imposta e bancarotta. Lo studio professionale dei coniugi è stato sequestrato. Il marito della donna deve espiare una pena fino al febbraio 2030.

Le indagini

Le indagini su marito e moglie, titolari di uno studio di elaborazione dati e già finiti in manette in passato per reati tributari, hanno dimostrato che i due dopo il primo arresto hanno perpetrato l'attività illecita, usando prestanome compiacenti ai quali hanno intestato formalmente il loro studio. Tramite ispezioni contabili, indagini bancarie e la raccolta di diverse testimonianze, la guardia di finanza ha ricostruito il presunto meccanismo evasivo basato sulla creazione, in capo a una società riconducibile ai due principali indagati e dichiarata fallita dal tribunale di Bergamo dietro richiesta del PM, di un ingente e fittizio credito Iva, generato tramite l'annotazione di false fatture.

La frode fiscale

In seguito, anche grazie all'intermediazione di due professionisti operanti sulle piazze di Bergamo e Milano, il finto credito è stato ceduto, mediante specifici contratti, a diverse imprese e persone fisiche che lo hanno utilizzato per compensare a loro volta imposte a debito. In altri casi, sono stati direttamente gli indagati ad accollarsi il debito tributario dei clienti, dietro corrispettivo, per poi compensarlo con i crediti fasulli. La frode fiscale si è quindi basata su 'accolli di debiti' e 'cessioni di crediti', riporta il Gip nel provvedimento di arresto. Sono rimasti coinvolti 49 soggetti tra persone fisiche e società con sede nelle provincie di Bergamo, Milano, Brescia, Cremona, Venezia, Vicenza, Roma, Napoli e Catania, nei confronti delle quali sono scattati i sequestri dei conti fino alla concorrenza di circa 8 milioni di euro.