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Morta Imane Fadil, teste nel processo Ruby: “A ucciderla un mix di sostanze radioattive”

Lombardia
Foto di archivio (Agenzia Fotogramma)

La modella marocchina, teste chiave nei processi sul caso Ruby, temeva di essere stata avvelenata. Si è spenta il primo marzo all'Humanitas dopo "un calvario di un mese". La procura di Milano indaga per omicidio volontario

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E' morta per un "mix di sostanze radioattive" Imane Fadil, la modella testimone chiave nell'inchiesta sul processo Ruby, deceduta lo scorso 1 marzo (CHI ERA). E' quanto è emerso dagli esiti degli esami tossicologici disposti lo scorso 26 febbraio dai medici dell'Humanitas di Rozzano ed effettuati in un centro specializzato di Pavia. Esiti arrivati il 6 marzo e trasmessi immediatamente dallo stesso ospedale alla Procura di Milano che sta indagando sulla vicenda.

Morta dopo un mese di agonia

A dare notizia delle indagini è il procuratore di Milano Francesco Greco. Quest'ultimo ha spiegato che la donna aveva detto ai suoi familiari e avvocati che temeva di essere stata avvelenata. La modella marocchina è morta dopo un "mese di agonia" ed è stata vigile fino all'ultimo, nonostante i forti dolori e il "cedimento progressivo degli organi", riferisce la procura. Dalle cartelle cliniche è emersa una "sintomatologia da avvelenamento".

Accusava sintomi tipici da avvelenamento

Fadil si era sentita mala a casa di un amico da cui viveva e il 29 gennaio era stata ricoverata all'Humanitas di Rozzano, prima in terapia intensiva e poi in rianimazione. La giovane, già prima del ricovero, stando a quanto ha spiegato il procuratore Greco, accusava sintomi tipici da avvelenamento come mal di pancia, gonfiore e dolori al ventre. Greco ha dichiarato che né nelle settimane in cui la ragazza era ricoverata né il giorno della morte l'ospedale ha comunicato alcunché alla magistratura, sebbene non fossero state individuate le cause della morte e non ci fosse una diagnosi certa sul decesso. "Alla morte della paziente - ha spiegato l'Humanitas di Rozzano in una nota - l'Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro di tutta la documentazione clinica e della salma. Il 6 marzo, quando Humanitas ha avuto gli esiti tossicologici degli accertamenti richiesti, lo ha prontamente comunicato agli inquirenti. La paziente è stata ricoverata lo scorso 29 gennaio in condizioni cliniche molto gravi. È stata presa in carico da una équipe multidisciplinare che ha messo in campo ogni intervento clinico possibile per la cura e l'assistenza della paziente, compresi tutti gli approfondimenti diagnostici richiesti dai curanti". La nota termina spiegando che "per rispetto della privacy e dell'indagine in corso, Humanitas non rilascerà ulteriori commenti su nessun aspetto di questa vicenda".

Sentito in procura il fratello

Nell'ambito dell'inchiesta, coordinata dall'aggiunto Tiziana Siciliano, sono stati disposti gli accertamenti sul sangue rilevato alla giovane modella durante il ricovero ospedaliero e l'acquisizione di oggetti personali, documenti scritti e brogliacci di un libro che stava scrivendo e che teneva con sé. In procura è già stato sentito il fratello, la persona con cui si sarebbe confidata nel periodo prima di morire. Greco ha assicurato che verranno effettuati in tempi brevi "indagini approfondite, perché in questo caso c'è stata una morte e quindi bisogna considerarla una vicenda seria".

L'intervista del 15 gennaio

"Io ho detto la verità in questi anni e le altre hanno raccontato il falso ai nostri danni, in quanto erano pagate per farlo. E come è possibile, poi, che per 5 mesi ci sia stata una proposta di trattativa per risarcirci della signora Mariarosaria Rossi e di colpo all'ultima udienza c'è stata la nostra estromissione discutibile dal processo?". Sono le parole pronunciate dalla ragazza in un'intervista del 15 gennaio, un giorno dopo la decisione dei giudici di escludere, su istanza della difesa di Silvio Berlusconi, lei, Ambra Battilana e Chiara Danese da parti civili nel dibattimento sul caso Ruby ter.

Aveva dichiarato di aver respinto tentativi di corruzione

Nell'intervista Fadil aveva parlato delle trattative degli ultimi mesi per risarcimenti extragiudiziali alle tre giovani e che erano emerse a settembre, quando in aula le aveva rivelate la difesa della senatrice di Forza Italia Rossi, stretta collaboratrice dell'ex premier e imputata per falsa testimonianza. "La difesa Berlusconi ci contatta il 4 luglio scorso - aveva spiegato la modella - per una proposta di risarcimento per farci uscire dal processo, proposta dalla quale si evince che Mariarosaria Rossi esprime la volontà di pagare per tutti gli imputati, cosa che non si può fare a livello legale. Lei, infatti, non essendo un ente assicurazioni, poteva limitarsi a pagare solo per sé, affinché io ritirassi la costituzione di parte solo nei suoi confronti. In tribunale - aveva sottolineato - sapevano tutti di questa proposta prima che venisse palesata in aula". Fadil aveva fatto notare anche che "la giustizia ha affermato con varie sentenze che io ho detto la verità" nel caso Ruby sulle serate ad Arcore e che lei ha dovuto anche "respingere e subire tentativi di corruzione". A differenza di quanto detto "dalla difesa di Berlusconi - aveva proseguito - noi, però, in 9 anni di questi processi a Milano non abbiamo ricevuto un centesimo di risarcimento, almeno parlo per me".