Aggressione a Niccolò Bettarini, famiglia rinuncerà al risarcimento
LombardiaNel processo in corso a Milano il giovane ha inizialmente avanzato la richiesta di un milione di euro ai quattro imputati. Risarcimento a cui il ragazzo ha deciso di rinunciare
Un milione di euro di risarcimento e 500mila euro di provvisionale immediatamente esecutiva. È la richiesta avanzata inizialmente da Niccolò Bettarini in merito all’aggressione subita con calci, pugni e coltellate il primo luglio 2018 fuori da una discoteca. Il risarcimento è stato chiesto, durante il processo abbreviato in corso a Milano davanti al gup Guido Salvini, dal figlio di Stefano Bettarini e Simona Ventura ai quattro imputati per tentato omicidio. La richiesta, presentata in aula, è 'simbolica', come ha chiarito al termine dell'udienza il suo legale, Alessandro Calabrò. L'avvocato ha precisato che, in caso di condanna dei quattro imputati, "la famiglia non intende esercitare alcuna azione di risarcimento". La sentenza è attesa per il 18 gennaio.
Le richieste della difesa
Il legale di parte civile si è associato alla richiesta del pm Elio Ramondini di condannare i quattro a 10 anni. L'avvocato Mirko Perlino, difensore di Alessandro Ferzoco, ha chiesto invece di derubricare il tentato omicidio in lesioni aggravate e in subordine le attenuanti generiche e quella del "reato diverso da quello voluto". L’avvocato che difende Albano Jakej, Daniele Barelli, ha chiesto la derubricazione in rissa aggravata, in subordine in lesioni aggravate, di escludere l'aggravante dei futili motivi e di concedere le attenuanti generiche e quella della provocazione.
Niccolò Bettarini: "Ora voglio giustizia"
"Alla vista degli imputati ho provato una serie di emozioni diverse, è difficile riassumerle", ha spiegato fuori dall'aula Niccolò Bettarini. "Nelle prime udienze ho provato molto odio, molto rancore, poi piano piano certe cose le metabolizzi in maniera diversa. Siamo qui e speriamo nella giustizia". Il ragazzo ha detto di avere "creduto nella giustizia sin dal primo minuto, aspettiamo la sentenza fiduciosi". Secondo le ricostruzioni fornite dal pm Ramondini, i quattro imputati, Davide Caddeo, accusato di aver sferrato otto coltellate, Alessandro Ferzoco, Andi Arapi e Albano Jakej, volevano uccidere e sapevano che quel pestaggio e quei fendenti in "parti vitali" con una lama da 20 centimetri "avrebbero potuto produrre conseguenze mortali". Il pm, inoltre, ha anche contestato agli imputati l'aggravante di aver "agito per motivi abietti, in quanto discriminatori, e futili" per quella minaccia ("sei il figlio di Bettarini, ti ammazziamo") che lo stesso Niccolò ha sentito fuori dalla discoteca Old Fashion.