Sabbioneta, brucia la casa alla ex: lunedì ci sarà l'interrogatorio
LombardiaNell'incendio ha perso la vita il figlio di undici anni. L'uomo, che da ieri è in un ospedale psichiatrico, sarà ascoltato dal Gip di Cremona
Sarà interrogato alle 9 di lunedì 26 novembre Gianfranco Zani, l’uomo che due giorni fa a Sabbioneta, in provincia di Mantova, ha incendiato la propria casa nel tentativo di vendicarsi della moglie che lo stava lasciando, provocando la morte del figlio undicenne.
L’uomo sarà sentito nel reparto del servizio psichiatrico dell’ospedale di Cremona, dove è ricoverato da ieri per aver manifestato intenzioni suicide. Ad interrogare Zani, assistito dal legale Fabrizio Vappina, sarà il Gip di Cremona.
Le dichiarazioni del legale dell'uomo
"Il mio cliente - spiega il legale - continua a sostenere di non essere stato lui ad appiccare il fuoco alla casa, di non essere entrato e di esser rimasto fuori per seguire i movimenti della moglie. Aspetto di capire cosa sia successo realmente dopo che sarà terminato il lavoro dei Ris. Per ora prendo atto di quanto dice il mio cliente". Zani è stato informato solo alla una di questa mattina, nella caserma della Polstrada di Casalmaggiore, della morte del figlio: "Io non ero presente - dice l'avvocato Vappina - Mi hanno riferito che non ci credeva". Quanto alle intenzioni suicide del suo cliente il legale conferma che "già tempo fa le aveva manifestate. Questa volta la convocazione per l'interrogatorio è presso il servizio psichiatrico dell'ospedale".
Nei suoi confronti era stato emesso divieto di avvicinamento
"Ai fini di una corretta informazione si precisa che la misura cautelare congiunta dell'obbligo di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, applicato a Gianfranco Zani, era conforme alla richiesta formulata dalla Procura della Repubblica e che l'ordinanza applicativa è stata emessa il 15 novembre 2018, giorno successivo al deposito in cancelleria della richiesta da parte del pubblico ministero". Lo scrive, in una nota, il presidente vicario del Tribunale di Mantova, Enzo Rosina. Quest'ultimo nella nota si riferisce alle notizie uscite sui media riguardo ai provvedimenti presi nei confronti di Gianfranco Zani prima che, giovedì scorso 22 novembre, verso le 17, incendiasse la casa familiare per vendetta nei confronti della moglie che lo stava per lasciare, provocando la morte del figlio. Zani infatti era stato oggetto dei provvedimenti di allontanamento e di divieto di avvicinamento chiesti dal pm e, secondo quanto spiegato dal magistrato, confermati dal gip. Secondo alcuni media invece i provvedimenti non erano stati del tutto accolti.