Il segreto del successo della Marvel è nascosto dentro la lettera "H"

Già occupare il ruolo che fu di Stan Lee, il creatore dell’universo Marvel, ha un che di eroico. L’incarico di editor in Chief che riveste in seno alla Casa delle Idee, C.B. Cebulski ha però del supereroico se pensiamo alle sfide che deve affrontare l’azienda ora e nel futuro per restare al centro dell’universo pop mondiale. Lo abbiamo intervistato alla Milan Games Week e ci ha raccontato il segreto per continuare a dominare il mercato e la fantasia dei fan, utilizzando una filosofia che si racchiude dentro cinque “H”. Quali sono le priorità editoriali che stanno plasmando la direzione della Marvel e come si stanno evolvendo rispetto agli ultimi anni? “La Marvel ha sempre avuto una filosofia: se lo costruisci, loro verranno. Ciò significa che tutto ciò che dobbiamo fare è raccontare le migliori storie possibili e gli affari andranno da sé. Le vendite aumenteranno e questo è qualcosa di cui siamo orgogliosi, soprattutto negli ultimi cinque o sei anni. Stiamo raccontando storie guidate dai creatori, storie significative sui nostri personaggi che riscuotono il favore dei fan. Quindi, le nostre priorità principali saranno sempre per prima cosa storie forti. In secondo luogo, storie che abbiano un significato, storie che conducano ad altre storie. Terzo, storie che sviluppino il personaggio in modi nuovi e significativi. E quarto, storie che siano accessibili ai nuovi lettori. E sono tantissime le persone che vengono a contatto con la Marvel”. In un mercato globale sempre più competitivo, come bilanciate la necessità di innovazione con il rispetto per l'eredità dei personaggi classici Marvel? “Penso che dobbiamo semplicemente essere noi stessi, dobbiamo sostenere e onorare le nostre radici, ovvero i personaggi e le storie Marvel devono essere fonte di ispirazione. I personaggi e le storie Marvel devono essere ambiziosi. E, fondamentalmente, ogni personaggio deve essere riconoscibile. I fumetti Marvel parlano di Spider-Man, Iron Man, Capitan America, ma questa è solo la facciata. In realtà, sono storie su Peter Parker, Tony Stark, Steve Rogers, Bruce Banner, Scott Summers e tutti gli altri. Ma finché qualcuno riesce a trovare una caratteristica con cui identificarsi in uno qualsiasi di questi personaggi umani, allora le storie sul loro lato sovrumano possono essere tradotte a livello globale. E mentre i fumetti dei supereroi sono nati come, diciamo, un fenomeno americano, i fumetti Marvel si sono diffusi a livello globale, in Italia, Brasile, Messico, Filippine, sin dall'inizio. Le storie sui supereroi stanno diventando sempre più popolari. Per prima cosa, grazie ai film Marvel. In secondo luogo, grazie ai manga. Molte delle cose presenti in Shonen Jump, se ci pensate, che si tratti di Dragon Ball, Naruto o, naturalmente, My Hero Academia, sono le serie anime e manga più influenzate dai supereroi. Questo sta promuovendo l'estetica dei supereroi. E ora ci sono anche i webtoon: il fumetto verticale coreano che sta subendo una forte influenza dai fumetti e dalle storie dei supereroi. Quindi noi, a nostra volta, dobbiamo osservare cosa stanno facendo e cosa riscuote successo tra i loro fan, e capire come la Marvel possa utilizzare i propri personaggi per tradurli in quei mezzi narrativi, in quei generi”. Quanto è significativa l'influenza del cinema e della televisione sulle scelte narrative fatte nei fumetti? E dove tracciate il confine tra sinergia e dipendenza? “Fortunatamente, i fumetti Marvel non dipendono da nessuna delle nostre altre divisioni per la narrazione. Non hanno davvero alcuna influenza in questo ambito. Quando organizziamo i nostri summit creativi due volte all'anno, in primavera e in autunno, con i nostri 20 migliori scrittori e alcuni artisti, non c'è nessuno delle altre divisioni nella sala che intervenga. Quindi siamo noi a guidare completamente le nostre storie. E c'è sinergia, però, che è una delle cose fantastiche della Marvel, ovvero che la divisione giochi, i film, i Marvel Studios, i team di animazione, hanno creatori che sono cresciuti con i fumetti Marvel, che amano i fumetti Marvel, che raccontano storie fantastiche e fanno cose fantastiche con i personaggi Marvel e altri mezzi. E noi guardiamo tutto questo e pensiamo: ‘Wow, perché non abbiamo pensato di farlo con i poteri di questo o quello? Guarda il design di quel costume: è fantastico. E poi possiamo lasciarci influenzare, ma siamo noi a scegliere di farlo. Non siamo costretti a lasciarci influenzare, come ho detto. Quindi non c'è dipendenza. L'influenza che riceviamo dalle diverse divisioni è una scelta personale, proprio come le decisioni che prendono a volte di cambiare più storie Marvel. I nostri fumetti originali sono una loro scelta. Quindi lavoriamo a stretto contatto e ogni decisione viene discussa. A volte chiediamo se possiamo fare qualcosa e loro ci chiedono se possono fare qualcosa. Perciò si tratta di un rapporto davvero ottimo, simbiotico e sinergico, per usare questo termine”. Quali nuovi territori creativi o tecnologici sta esplorando Marvel per coinvolgere la nuova generazione di lettori? “Penso che questo ci riporti alla domanda precedente. Non è tanto la tecnologia quanto il formato che stiamo esplorando. Soprattutto nei fumetti digitali, che si tratti di una collaborazione con Webtoons per raccontare storie a scorrimento verticale o altro. Eravamo all'avanguardia in questo campo perché già nel 2013, 12, 13 anni fa, collaboravamo con alcune aziende di fumetti Webtoons in Corea. Abbiamo aperto la strada ai fumetti verticali con Marvel Comics Unlimited. Quindi abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo su come portare i fumetti nelle mani delle persone utilizzando la tecnologia o i media in modo più efficace. Il prossimo passo saranno i sistemi di distribuzione con le modalità di vendita dei fumetti. Non esiste più comiXology, che era una piattaforma che vendeva fumetti digitali. Era gestito da Amazon e l’hanno chiusa. Quindi stiamo cercando nuovi modi per portare i nostri fumetti in formato digitale nelle mani di un numero maggiore di lettori. Detto questo, Marvel è un'azienda che stampa. La stampa sarà sempre la nostra principale fonte di distribuzione. Non leggiamo solo per divertimento, ma anche per collezionismo. Quindi continueremo a esplorare le nuove tecnologie che emergono, nuovi formati, formati di distribuzione tecnologici emergenti, ma in sostanza i fumetti Marvel sono fatti da esseri umani, per esseri umani, realizzati da creatori, per i fan. Continueremo a mettere il nostro cuore nella narrazione e lasceremo che la distribuzione e la tecnologia vengano dopo”. Guardando al futuro, quale ritieni sia l'ostacolo più difficile da superare per mantenere la Marvel al centro della cultura pop globale? “È una domanda molto difficile. Credo che il motivo per cui la Marvel è stata all'avanguardia nella cultura pop globale e continua ad esserlo si riassuma in un paio di valori chiave che inseriamo quando creiamo le nostre storie. Ci piace chiamarli gli ’H’. I nostri personaggi devono essere eroici. Le nostre storie devono avere umorismo. Le storie devono avere cuore. Devono tornare a quella cosa con cui ci si può identificare. E le nostre storie devono trasmettere speranza. Penso che a volte le persone dimentichino che nel mondo esiste l'oscurità, specialmente al giorno d'oggi, di cui tutti siamo vittime. E a volte anche gli scrittori ne sono vittime. Ma dobbiamo sempre ricordare ai nostri creatori e, attraverso i nostri personaggi, mostrare alle persone che i fumetti sono una forma di evasione e che c'è speranza. Non importa quanto ti senta giù e depresso, ci deve essere speranza. E questo si ricollega direttamente, credo, alla quinta H, ovvero che i nostri fumetti devono avere umanità. Devono ricordare alle persone perché facciamo quello che facciamo. Per quanto ci sia il lato supereroico della Marvel, il lato sovrumano, non possiamo mai dimenticare che queste sono storie di esseri umani e che dovrebbero essere riconoscibili per qualsiasi lettore di qualsiasi età, indipendentemente da dove si trovi nel mondo”.

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Cristian Paolini