L’arte di Valerio Berruti, l’umanità raccontata attraverso i bambini

Vivere l’opera. È ciò che ci invita a fare la personale di Valerio Berruti in corso a Milano, a Palazzo Reale, fino al 2 novembre. Un progetto che, fin dal titolo - More Than Kids - ci rimanda all’infanzia e che è pretesto per indagare sulla vita e le sue difficoltà, sulle gioie, sulle speranze di una Umanità che tutta nasce bambina e, dunque, innocente. La presenza del pubblico è rafforzativa della potenza dei lavori di Berruti, che si esaltano e diventano riverbero dell’esistenza, quando quest’ultima si specchia in essi. Valerio Berruti, classe 1977, piemontese di Alba, è artista di grande prestigio, già presente alla Biennale d’Arte di Venezia nel 2009 con un lavoro composto da centinaia di disegni e la musica di Paolo Conte. Musica che è molto presente anche nella mostra milanese, grazie alle note – tra gli altri - di Ryūichi Sakamoto, Ludovico Einaudi, Samuel Romano. L’infanzia è un luogo, come sottolinea lo stesso Berruti, dove tutti siamo stati, tutti siamo uguali, un luogo dove tutto è ancora possibile, abitato da forza e speranza e da un’innocenza ancora viva. Una mostra per tutti, perché tutti – anche chi non è particolarmente avvezzo all’Arte – si entusiasmerà al cospetto di queste creazioni e lo farà con curiosità, fino a emozionarsi. Il visitatore potrà passarci sotto, girarci intorno, mettersi alla stessa altezza dei lavori esposti e nel farlo scoprirà che un’opera d’Arte non è solamente un manufatto, spesso è molto di più. Nicolas Ballario, curatore della mostra Che genere di opere troviamo nella mostra “More Than Kids” di Valerio Berruti, in corso a Milano? More Than Kids, è una mostra fatta di opere monumentali e site specific pensate da Valerio Berruti appositamente per i grandissimi spazi di Palazzo Reale. Ogni sala è un’immersione in una esperienza; i visitatori potranno addirittura utilizzare le opere d’Arte di Valerio Berruti che - attraverso l’interazione con gli stessi visitatori - si completano. Perché il titolo More Than Kids? Si intitola More Than Kids perché, a un primo sguardo, le opere di Valerio Berruti sembrano parlare dell’infanzia ma in realtà c’è molto altro. Ogni lavoro parla di una condizione particolare del mondo contemporaneo, parla di uno dei grandi problemi del mondo: dalle migrazioni, al cambiamento climatico e molto altro. Valerio Berruti, artista More Than Kids è un progetto complesso? Questa è la più grande personale che abbia mai fatto e sono molto contento di essere qui a Palazzo Reale, dove, nelle dodici sale ho creato 14 opere site specific. Ogni opera è stata pensata per essere in questi spazi e quelle che avevo già le ho modificate in modo sartoriale, perché prendessero vita in questo ambiente. Sono veramente onorato di poter dialogare con questo palazzo meraviglioso, in un posto così strategico per Milano e per l’Italia, più in generale. La mostra si intitola More Than Kids, fa parte di un progetto molto più complesso, che è partito dalla Fondazione Ferrero e continuerà nella Chiesa di San Domenico di Alba. Sono tutte opere diverse e, quindi, è una mostra in tre atti e questa di Palazzo Reale è, ovviamente, la parte più corposa e più importante. La musica è sempre molto importante nei suoi lavori: lo è anche stavolta? Ho realizzato un’opera in fusione di alluminio, nel cortile di Palazzo Reale, dove il visitatore può entrare e vedere questa video animazione proiettata sulla calotta cranica, all’interno della scultura, con la colonna sonora creata apposta da Daddy G dei Massive Attack e da Sue Jackson, produttore trip hop importantissimo. Ci sono tante opere che hanno la colonna sonora progettata apposta per questa mostra; vorrei ricordare quella fatta da Rodrigo D’Erasmo, intitolata Lilith, la video animazione di una bambina che si gira all’infinito, come in un sonno popolato da incubi. Poi, c’è Cercare il silenzio, con la colonna sonora di Samuel Romano, una video animazione fatta quando è cominciata la guerra in Ucraina e, quindi, che parla di guerra e di bambini nella guerra e anche La giostra divina con la colonna sonora di Ludovico Einaudi, che è un po’ il simbolo di questa mostra.

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L’arte di Valerio Berruti, l’umanità raccontata attraverso i bambini

Sabrina Rappoli