La scelta stilistica dell’autrice fa emergere, attraverso la confessione del protagonista, il profilo psicologico dello stesso,. Il lettore si troverà così a rivalutare ciò che può sembrare inizialmente un comportamento normale, come invece un atteggiamento distorto e pericoloso
È uscito il secondo romanzo di Silvia Sebastiani, Il Devoto, scrittrice milanese che da anni lavora e si confronta nel mondo dell’healthcare e delle tematiche sociosanitarie. Il libro nasce dalla fantasia dell’autrice e narra la storia di Piero, un ortopedico affermato che sta finendo di scontare una condanna a otto anni, per aver aiutato la sua compagna paraplegica a togliersi la vita.
Il devotismo
La storia porta alla luce il fenomeno del devotismo, sconosciuto e insidioso per chi ne viene in contatto, soprattutto disabili e donne. Il devotismo rientra tra le parafilie e consiste nell’interesse o l’eccitamento sessuale verso coloro che presentano deformazioni, amputazioni degli arti o necessitano di ausili come carrozzine, deambulatori, gessi per la mobilità. “In Italia il concetto di disabilità” afferma l’autrice “è ancora pensato e trattato in modo non corretto, e a questo si somma il tabù della sessualità nella disabilità. Il disabile è una figura spesso vista come poco attiva, con una vita sociale e affettiva pressoché nulla”.
Lo stile
“Una figura debole, fragile e asessuata per la maggior parte delle volte. Per questo il fenomeno del devotismo resta nell’ombra e spesso viene negato anche da coloro che lo subiscono” continua l’autrice “ho cercato di dar voce a mio modo a questa tematica troppo nascosta per i rischi che rappresenta”. La scelta stilistica dell’autrice fa emergere il profilo psicologico del protagonista attraverso la sua confessione. Il lettore a questo punto si troverà a rivalutare ciò che può sembrare un comportamento normale come invece un atteggiamento distorto e pericoloso. Il libro è disponibile su Amazon e su ordinazione nelle librerie.
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