MrBeast, dal successo allo scandalo: lo youtuber in crisi?

Per almeno un decennio influencer e creator – includendo sotto lo stesso ombrello tutti quei profili che includiamo solitamente nella definizione bastantemente vaga di “personalità del web” – sono stati i protagonisti assoluti delle nostre giornate: li abbiamo seguiti mentre ci davano consigli di guardaroba o di vita, ne abbiamo adottato i tic e i consumi culturali. In breve, ci siamo fidati di loro. E pochi possono dire di aver ottenuto un seguito adorante quanto quello di MrBeast, al secolo Jimmy Donaldson, 26 anni, a cui la dicitura “star di YouTube” sta persino un po’ stretta: mezzo miliardo di follower tra la sua piattaforma d’elezione, Instagram e TikTok, ma soprattutto un impero economico su cui sembrava non poter tramontare mai il sole, che passa per catene di hamburgerie, barrette di cioccolato e produzioni cinematografiche. Prima di spiegare perché «tramontava», all’imperfetto, bisogna necessariamente inquadrare le proporzioni di MrBeast: se le nude cifre del suo seguito social non bastassero, si può aggiungere che è diventato il creator più seguito di quest’epoca, e quello coi contenuti più visti di sempre . Donaldson ha iniziato a postare video dalla sua cameretta quand’era poco più che un bambino, nel 2012, a quattordici anni – la sua prima vera hit è un’assurda ripresa di sé stesso mentre conta fino a centomila – e da allora si è costruito una fandom fedele e appassionata alternando video di sfide impossibili e, col passare degli anni, atti di filantropia e generiche iniziative di beneficenza, che vanno dal pagare per interventi di protesi a persone con disabilità uditive al distribuire case, automobili e oggetti di lusso a persone povere. Tutto davanti a una telecamera, per generare migliaia e poi milioni di like sulle piattaforme digitali. Ma in questa storia di ascesa vertiginosa c’è anche una caduta rovinosa, appunto: alla fine dell’estate i media internazionali hanno reso pubblico gli atti giudiziari di un processo intentato contro Donaldson da parte di cinque concorrenti del suo show che arriverà su Amazon Prime Video il prossimo 19 dicembre . Nelle 54 pagine di denuncia le concorrenti, tutte donne, parlano di un set in cui MrBeast e il suo team hanno «sistematicamente promosso una cultura di misoginia e sessismo». Citando in giudizio Amazon e la compagnia di produzione di Donaldson, MrB2024, le concorrenti spiegano che i partecipanti sono stati tenuti fino a 20 ore senza mangiare, fatti stancare senza possibilità di riposarsi e anche, si legge nel documento, esposti a «molestie sessuali». Nello show che infine andrà in onda, definito dalla produzione «il più grande reality show della storia», mille concorrenti saranno in gara per un premio finale di 5 milioni di dollari. Il danno di immagine per Donaldson è particolarmente cocente, dato che MrBeast si presenta da tempo come il nicest guy on the Internet, cioè la persona più buona del web, sempre attenta a fare del bene per gli altri e distribuire oggetti di valore a chi non ha nulla. E quella che condivide con Amazon non è nemmeno l’unica grana che lo youtuber deve affrontare: il giorno prima che le accuse venissero rese note, erano arrivate diverse denunce riguardanti Lunchly, la linea di pranzi preconfezionati lanciata da Donaldson insieme ad altre due star della piattaforma, Logan Paul e KSI. Prima ancora, alla fine di luglio, la sua storica collaboratrice Ava Kris Tyson, una donna transgender per anni presenza fissa dei video di MrBeast, aveva dovuto lasciare il canale dopo accuse di adescamento di minori. Difficile dire cosa ne sarà della fama dello youtuber più popolare del mondo: stando ai numeri del suo seguito, la crisi è solo negli occhi di guarda, ma non è detto che anche un personaggio too big to fail come Donaldson possa scontrarsi con uno scandalo di troppo. D’altrone, per convincere gli altri di essere buoni per davvero forse non basta un video su YouTube.