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Aziende familiari e prodotti del territorio, il made in Italy nella Terra dei limoni

Lifestyle

Claudia Torrisi

Dalle costiere amalfitana e sorrentina nasce l'oro giallo della nostra Penisola. Un territorio fatto di passione e tradizioni che sono giunte fino a Casa Pallini, storica distilleria romana che ha fatto dei limoni della costiera l’ingrediente fondamentale per il suo limoncello. "I nostri principali valori? Qualità e servizio, oltre al legame alla tradizione e alla nostra storia. Questi sono i nostri pilastri", racconta a Sky TG24 Micaela Pallini, Ad dell'azienda di famiglia e presidente di Federvini

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L’Italia ha tanto da offrire. Lo sa bene chi decide di investire in una terra che regala ogni tipo di prodotto, dall’uva alle olive, dal grano ai pistacchi, fino ad arrivare ai limoni. La costiera amalfitana e quella sorrentina sono l’emblema della produzione dell’oro giallo, da secoli presente sulle coste della Campania. In quelle zone della penisola quasi tutte le famiglie lavorano con i limoni, un esempio di made in Italy che racconta l'importanza di restare sul territorio e usare al meglio ciò che esso ha da offrire. La costiera in questo senso ha un significato importante non solo per il prodotto che offre ma anche per il senso che si dà al lavoro artigianale, alle famiglie e alle persone che svolgono questo mestiere con passione. Ed è su questi valori di tradizione, famiglia, qualità e servizio che si fonda e continua a crescere Casa Pallini, storica distilleria romana che ha fatto dei limoni della costiera l’ingrediente fondamentale per il suo limoncello.

Una storia familiare

A raccontare a Sky TG24 la centenaria storia della distilleria è Micaela Pallini, amministratore delegato dell’azienda di famiglia nonché prima donna presidente di Federvini. È il 1875 quando Nicola Pallini fonda l’Antica Casa Pallini ad Antrodoco, paese al confine fra Lazio e Abruzzo. Il business della famiglia non nasce direttamente come distilleria. “Il fondatore era un mercante e si occupava di commercio in senso più generico: vendeva stoffe, liquori e altri prodotti”, racconta Micaela Pallini. Poi, negli anni 20 del ‘900, la seconda generazione della famiglia spostò la piccola azienda nel centro di Roma. “Il mio bisnonno durante la seconda guerra mondiale venne ferito in guerra e trascorse la convalescenza a Roma: lì incontrò un chimico russo, un nobile che era fuggito dalla rivoluzione, che gli raccontò alcuni segreti della distillazione. È così che il mio bisnonno decide di portare avanti questa parte del business della famiglia”. L’attività si evolve: da piccolo laboratorio artigiano diventa un'azienda a tutti gli effetti.

Limoneto in costiera - Vietri sul mare

Nasce il limoncello

Gli esordi della distilleria sono con i prodotti dell’anice come mistrà e sambuca. Negli anni ‘60, grazie all’aggancio con un commerciante della Capitale, Pallini inizia le esportazioni di sambuca, prima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti. Si arriva così alla generazione di Virgilio Pallini Jr, padre di Micaela, che dopo aver vissuto molti anni negli Usa e aver consolidato il successo della sambuca romana oltreoceano, decide di tornare in Italia. “Il mondo nel frattempo è cambiato - ricorda la presidente della distilleria - Il limoncello inizia a suscitare l’interesse degli stranieri e mio padre decide di occuparsi del lancio di questo prodotto come chiave per entrare nel nuovo millennio. È così che il limoncello diventa il nostro prodotto di punta”. 

Il legame con la costiera

Casa Pallini coniuga un’attività lavorativa con l’attenzione al territorio. Un territorio con il quale c’è un legame storico e familiare. "I fratelli di mio nonno erano sposati con due sorelle che erano di Ravello e qui nasce questo legame con la costiera”, racconta Micaela Pallini. “Quindi quando poi abbiamo deciso di investire sul limoncello ci siamo rivolti verso la costiera e abbiamo iniziato il progetto che è attualmente in corso. A quel punto abbiamo ristudiato il packaging, ristudiato la formula, lavorato con i produttori locali della costiera e nel 2012 abbiamo aperto il laboratorio artigianale a Vietri”. Appartiene alla famiglia Strianese uno dei limoneti da cui Pallini si rifornisce per la sua produzione artigianale: 500 kg di sole bucce all’anno per la produzione artigianale del limoncello. Il succo ovviamente non va sprecato: viene venduto alle gelaterie, per la produzione di sorbetti, sciroppi o anche utilizzato per la creazione di energia rinnovabile. Nel laboratorio di Vietri si pelano i limoni, le bucce vengono messe a macerare in vasche di alcol puro per un settimana (500 kg di alcol per 8 kg di bucce). L’alcol poi viene filtrato e stoccato nei silos: se ne ricava un infuso che viene poi unito a uno sciroppo di acqua e zucchero. Tutti procedimenti fatti a mano per la creazione del limoncello artigianale.

Il laboratorio a Vietri

La quinta generazione

Micaela Pallini rappresenta la quinta generazione della Casa ma non ha sempre pensato di entrare nell’impresa: “Io nasco come chimico, volevo fare la ricercatrice”, spiega. Dopo il dottorato di ricerca in Italia e in Inghilterra però si accorge di sentire il richiamo dell’azienda di famiglia. “Sono tornata e ho fatto un po’ di tutto: mi sono occupata delle formule, degli acquisti, della produzione, dell’esportazione. Poi ho iniziato ad affiancare mio padre anche in tutta la parte direttiva e il passaggio di redini è avvenuto dopo un attento esame da parte di tutta la famiglia, non è stato semplice o automatico”. I risultati sono importanti ma anche rimanere ancorati alle tradizioni lo è. L’idea, si augura l’Ad della distilleria, “è che il futuro dell’azienda continui a rimanere in famiglia: l’anno prossimo festeggiamo i 150 anni ma questo è un mondo complesso”. E aggiunge: “I principali valori dell’azienda? Oltre al legame alla tradizione e a quella che è la nostra storia sono sicuramente qualità e servizio. Questi sono i nostri due pilastri: servizio attento verso il cliente e qualità dei nostri prodotti. Cerchiamo di metterci l’anima e di fare tutte le cose al meglio. A volte anche a scapito di qualche punto di marginalità”.

Balzo di fatturato

Oggi il limoncello Pallini è il più venduto al mondo. Nel 2023 l’azienda ha fatturato 21,5 milioni di euro con un balzo in avanti rispetto all’anno precedente del +17%. Sulla scia di questo successo sono tante le novità nel 2024, a partire dal restyling del Limoncello al lancio del Limoncello Spritz, sia ready to drink in lattina sia alla spina. “In generale, il 2023 si è confermato un anno di grande crescita, soprattutto per quel che riguarda il segmento Duty Free, dove Limoncello Pallini è leader globale, cresciuto del 30%, e i mercati inglese, canadese e di alcuni paesi nordici europei come la Danimarca”, spiega Micaela Pallini. “Notevole anche il fermento registrato in altri mercati, come in Spagna, Portogallo e Paesi Baltici, per le iniziative focalizzate sulla strategia del Limoncello Spritz, che ha visto l’aggiunta del prodotto pronto sia in lattina che alla spina”. Uno sguardo anche alla rivisitazione di alcuni prodotti come la Crema di Limoncello Vegana e soprattutto di Limonzero, il primo limoncello analcolico lanciato nel 2023 e per il quale si prevede nell’anno corrente una crescita del 30%.