Pera Toons: il grafico che sta cambiando il fumetto italiano

Come tutte le cose, anche il successo dei fumetti di Pera Toons si presta a una molteplice serie di letture. C’è quella estremamente positiva, che lo vuole come fenomeno inarrestabile, e c’è pure quella che, più critica, ne vede i limiti e le imperfezioni. La cosa migliore, probabilmente, è trovare una via di mezzo e provare ad analizzare Pera Toons per ciò che è: i numeri raggiunti, le copie vendute, ma pure il tipo di storie che propone ai suoi lettori – per la maggior parte bambini – e l’umorismo che sembra voler portare avanti. Un grafico prestato al fumetto Dietro Pera Toons, c’è Alessandro Perugini, un grafico pubblicitario. È diventato famoso grazie ad alcuni format, quindi ripetuti e con una cadenza precisa, che ha pubblicato online. Piuttosto velocemente, tra Instagram, TikTok e Youtube, è stato in grado di raccogliere una community ampia – al momento di più di 3 milioni e mezzo di persone – di follower. Ha saputo unire il disegno all’animazione. Ed è stato proprio questo elemento ad averlo avvicinato di più al pubblico più giovane. Per tanto tempo, Pera Toons è stato paragonato a Sio. In realtà, sia artisticamente che produttivamente, non potrebbero essere più diversi. Sio è partito dal fumetto ed è arrivato al fumetto. Pera Toons, al contrario, è partito dalla grafica e solo successivamente è arrivato al fumetto. Ha ripreso idee vecchie, come i libri game e si è impegnato per costruire un’alternativa alle proposte più classiche dell’editoria. I suoi punti di riferimento, come ha raccontato in diverse interviste, sono il Lupo Alberto di Silver e il Rat-Man di Leo Ortolani. Cerca sia quel tipo di umorismo che l’immediatezza di strisce e disegni più chiari. Bestseller I suoi fumetti, tutti pubblicati da Tunué, hanno venduto più di un milione di copie e sono a oggi uno dei grandi fenomeni della nostra editoria – quasi ogni settimana, sono in cima alle classifiche dei libri più venduti. Pera Toons va meglio di tanti autori consolidati del fumetto italiano. E questo perché, molto semplicemente, non si limita a parlare agli appassionati o ai lettori abituali. Si è creato un suo pubblico ed è a quel pubblico che, con ogni libro e con ogni nuova iniziativa, continua a rivolgersi. Il suo personaggio principale, Kenny, ha fatto da testa di ponte e gli ha permesso di spaziare attraverso le piattaforme social. Perché anche questo è un aspetto importante del percorso di Pera Toons: la sua conoscenza profonda, quasi analitica, dei social. Quando l’algoritmo di Meta è cambiato, si è spostato dalle strisce ai reel animati; è arrivato su Facebook quando tutti pensavano che fosse una piattaforma morente; ha saputo intuire, prima e meglio degli altri, i trend del momento. Insomma, Pera Toons non è un progetto improvvisato. Dietro c’è molto studio. Le stesse freddure, in qualche modo, rispondono alla necessità di essere efficaci sul momento, senza richiedere grandi sforzi o grandi ragionamenti al lettore. Sono immediate, come dicevamo poco fa, e suscitano una reazione spontanea, sia positiva che negativa, in chi le legge. Meme, post virali, reaction: Pera Toons è figlio tanto del fumetto quanto di Internet, e questo significa non essere solamente rilevanti adesso, nel momento esatto in cui ne parliamo, ma anche in futuro – o comunque, in un arco di tempo più ampio del normale. Un ponte verso i non lettori Da un punto di vista critico, è innegabile che Pera Toons sia, a volte, prossimo al semplicismo più assoluto: non propone grosse intuizioni né creative né tantomeno artistiche. Ogni vignetta è molto simile a quella precedente e a quella successiva. E pure questo rientra in un’idea consapevole di continuità – la comunicazione più efficace è quella che, per sua natura, rimane semplice e familiare. La stessa scrittura di Pera Toons non sembra voler cambiare: le freddure sono un rimpasto costante di giochi di parole e il meccanismo comico viene riproposto quasi fedelmente ogni volta. Il grande merito di Pera Toons, però, è un altro. Non ha mai voluto essere rivoluzionario o farsi portavoce di un movimento interno al fumetto italiano intenzionato a riscrivere, o a correggere, le regole. Si è sempre limitato, per così dire, a fare il suo lavoro: lineare, efficace, istantaneo. Indubbiamente, però, è stato Pera Toons a dare una nuova spinta e una nuova linfa vitale al fumetto per i più piccoli: in Italia esiste una tradizione decennale, eppure è evidente la fatica di proporre novità reali, con nuovi personaggi e nuove voci. Pera Toons ha fatto da ponte tra un pubblico che probabilmente non leggeva fumetti e uno che ne leggeva pochi, solo occasionalmente. La sua forza è stato il suo brand, ed è stato così fin dal primissimo istante. Quello che manca, ora, è una proposta alternativa a Pera Toons. O almeno: una proposta con la stessa forza ed efficacia comunicativa che ha Pera Toons . Il suo successo rappresenta una grande occasione per il resto del mercato editoriale. È un concetto che, sulla carta, può sembrare abbastanza limitato, ma è vero: se qualcuno riempie le librerie o attira l’attenzione su un determinato linguaggio, è più facile anche per gli altri, per i suoi – virgolette obbligatorie – “competitor”, intercettare i lettori. Probabilmente questo discorso rientra in un altro tema, molto più ampio e complesso, che è il provincialismo che attanaglia il fumetto italiano. Un'opportunità per l'editoria Parallelamente, Pera Toons ha influenzato enormemente il suo editore. Negli anni, Tunué ha pubblicato autori e fumetti diversi, passando dalle grandi storie, vincitrici di premi e applaudite dalla critica, a titoli più o meno commerciali. Pera Toons gli ha permesso di avere a sua disposizione ulteriori fondi e risorse da investire. Non è un caso, quindi, che ultimamente Tunué – che ha da poco compiuto vent’anni – abbia cominciato a sperimentare e a stampare molti più libri italiani: ne ha la possibilità e, per il momento, la forza. Con Pera Toons e la sua visibilità mediatica , Tunué ha costruito un’identità nuova, quasi parallela a quella che aveva precedentemente. La sfida, ora, è non lasciarsi schiacciare dal fenomeno e riuscire – così com’è riuscita a fare fino a oggi – ad affiancarlo efficacemente. Per riprendere il discorso iniziale, è evidente che Pera Toons non è solamente una cosa ma che, al contrario, è un fenomeno complesso, con più aspetti e caratteristiche da tenere in considerazione. Per il mercato italiano non è – come molti, invece, sembrano pensare – un problema; è al contrario un’opportunità. E dipende da noi – editori, addetti ai lavori, critica e pubblico pagante – il modo in cui possiamo sfruttare quest’opportunità.

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