Chi fermerà la musica in streaming? Tutti i numeri del mercato italiano

Continuano ad arrivare buone notizie per il mercato della musica in Italia. I dati rilasciati dalla Federazione Industria Musicale Italiana relativi al primo semestre 2024 non lasciano spazio a dubbi: crescita complessiva del 15% rispetto allo stesso periodo nel 2023 e un fatturato che al 30 giugno vale già più 200 milioni di euro. Streaming premium Più dei quattro quinti del valore di mercato è rappresentato dal consumo di musica attraverso servizi audio di streaming, come Spotify. I volumi sono aumentati del 31,7% rispetto al primo semestre 2023, raggiungendo 46 miliardi di stream totalizzati. E tra le modalità dello streaming, sono quelli dei servizi premium a fare la voce del padrone. A seguire i servizi audio gratuiti, sostenuti dalle inserzioni pubblicitarie , che vanno di pari passo con i ricavi derivanti dallo streaming di video musicali . Supporto fisico Nonostante il consumo di musica digitale sia di gran lunga la voce del bilancio più cospicua, anche il comparto fisico, quello rappresentato da musica registrata su supporto materiale, ha vissuto un semestre di crescita . Ed è ancora il vinile a segnare un progresso non indifferente , mentre il cd continua a perdere terreno . Oggi il volume di vendite degli lp è il doppio di quello dei compact disc. Sync, sulla scia delle serie tv Un’altra voce del bilancio semestrale Fimi che merita attenzione è quella che riguarda le sincronizzazioni, e cioè i diritti d’autore che vengono pagati quando si abbina un'opera musicale a una sequenza di immagini, per creare un'opera audiovisiva. La sincronizzazione, ancorché poco incidente sul totale del fatturato, è in costante crescita da qualche anno, ed è con ogni probabilità destinata a conquistare fette di mercato. Il motivo è l’esplosione delle produzioni di serie-tv, fomentato dalla larga diffusione che negli ultimi anni hanno avuto le piattaforme video streaming come Netflix, Amazon Prime o RaiPlay. Prospettiva storica È interessante inserire gli ultimi dati in un contesto storico più ampio. E la persona migliore per farlo è Enzo Mazza, Ceo di Fimi e ai vertici della Federazione - prima come Direttore Generale e poi come Presidente - fin dal 1998. All’epoca il mercato musicale era all’inizio di una crisi, dovuta all’avvento dei primi servizi di file-sharing , e l’industria faticava a trovare soluzioni per risollevarsi. Oggi la situazione è completamente cambiata. “L’inversione di tendenza si è avuta con l’apertura in Italia di Spotify nel 2013 - dichiara Mazza - In quel momento è iniziata l’era dello streaming, che ha incontrato il consenso del pubblico, soprattutto di quello giovanissimo, abituato ad ascoltare musica sugli smartphone che iniziavano a diffondersi. Lo streaming era perfettamente funzionale a questo tipo di consumo, che ha soppiantato in fretta il download a pagamento dei file mp3”. Parallelamente all’esplosione dello streaming, sebbene in proporzioni decisamente minori, è tornato a crescere anche il settore dei dischi in vinile. Una contraddizione solo apparente. “La diffusione dello streaming ha portato più attenzione al prodotto fisico - prosegue Mazza - inteso però come gadget più che come semplice supporto alla registrazione. Sono oggetti da collezione, così come i cofanetti celebrativi o le edizioni speciali. E va detto che il bonus cultura ha avuto buon successo per il settore”. Un mercato sempre più autarchico Un altro aspetto che balza agli occhi scorrendo i risultati rilasciati da Fimi è il dominio assoluto della musica italiana, in un mercato che fino a pochi anni fa era dominato dalle grandi star internazionali. La top ten semestrale è costituita da dieci artisti italiani, e ormai il dato si ripete da più semestri. “C’è stato un forte ricambio generazionale, dieci o venti anni fa l’età media degli artisti era molto più alta di ora, mentre adesso abbiamo un'intera generazione di nuovi artisti, che si rivolgono a un pubblico giovane e giovanissimo. La tendenza non si registra solo in Italia, il repertorio locale è in forte crescita un po’ ovunque, e oltre a noi anche in Germania, Francia e Spagna è sempre molto presente nelle prime posizioni in classifica”. Quello che invece sembra tramontato è il problema della pirateria musicale. “Non rappresenta più un grande problema per il settore musicale. L’offerta digitale è molto competitiva - spiega Mazza - tutto ciò che viene pubblicato è subito disponibile online, senza il rispetto di finestre temporali di esclusiva . La sovrabbondanza e completezza dell’offerta ha ridotto la pirateria, che oggi si presenta in forme più specifiche, come le anteprime fatte circolare su canali Telegram, o come il tema legato ai brani fake, che è destinato a crescere con lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale”.