Queer, le differenze tra il romanzo di William Burroughs e il film di Guadagnino

“Non sono particolarmente originale nell'essere un adolescente che trova molto stimolante William S. Burroughs. La cosa più interessante per me è che una volta letto Queer è scoperto cosa significasse quel titolo e ho trovato nel nome una sorta di iconicità che mi ha portato a scavare a fondo nel mondo di Burroughs. Mi sono reso conto che ho pensato a William Burroughs, ho cercato William Burroughs e ho parafrasato William Burroughs per tutta la vita” . Con queste parole che non ammettono repliche, Luca Guadagnino ha illustrato il suo smisurato amore per l’ispiratore della Beat Generation. Trasportare sul grande schermo la nevrile prosa di Burroughs è un’operazione molto complesso, basti pensare a David Cronenberg: la sua versione di Il pasto nudo non ha entusiasmato né il pubblico, né la critica. Tuttavia, in virtù della passione del cineasta italiano per l’autore americano, forse questa volta le reazioni saranno diverse. Anche perché Queer è in realtà incompleto. Sicché l’ultima parte dell’opera cinematografica è frutto del regista e dello sceneggiatore Il capitolo aggiunto nel film "Lo scrittore Justin Kuritzkes ed io avevamo bisogno di trovare un modo per creare un terzo atto nello spirito di Burroughs, che potesse essere profondamente veritiero per il libro. Nel romanzo, i personaggi principali William Lee ed Eugene Allerton incontrano il il botanico Cotter, e non riescono ad ottenere le droghe che stanno cercanfo ossia l'ayahuasca, o yage . Ci siamo domandati: 'E se finalmente ne entrassero in possesso, dove li porterebbero io?' Soprattutto, non volevamo raccontare la storia dell'amore non corrisposto di Lee per Allerton, ma una storia d'amore.” Insomma, il cambiamento è epocale. Forse ha ragione chi sostiene che una certa dose di infedeltà al testo letterario è la maniera più virtuosa per trasformare le pagine scritte in immagini in movimento perché cinema e letteratura obbediscono a leggi diverse L'origine del romanzo Queer William Burroughs scrisse il romanzo tra il 1951 e il 1953. Ma venne pubblicato soltanto nel 1985. È la testimonianza di quanto fosse complesso per l’autore rivivere quell’esperienza non a caso nell’introduzione afferma. Non mi è del tutto chiaro perché ho voluto scrivere Queer. Perché volevo fare una cronaca cosi precisa di quei ricordi estremamente dolorosi, spiacevoli, laceranti Junky l’ho scritto io , ma in Queer ho la sensazione di essere stato scritto scrivere è come un vaccino. Appena una cosa viene scritta perde il potere della sorpresa, proprio come un virus perde il vantaggio quando un virus più debole ha creato anticorpi per reagire” Ma dietro queste parole si nasconde una realtà terrificante. Morte e letteratura Queer è stato generato dalla morte di Joan, la moglie dello scrittore uccisa dallo stesso Burroughs per un gioco trasformatosi in tragedia. Siamo a Città del Messico nel pomeriggio del 6 settembre del 1951, William e Joan vivono in un modesto appartamento subito sopra un america, quel giorno ci sono anche un paio di amici. Burroughs è sempre stato ossessionato, girava sempre con una pistola in tasca, una Star 380 automatica. Sotto l’effetto dell’alcol, Burroughs propone alla moglie di mostrare agli amici quanto sia un bravo cecchino e vuole ripetere la scena di Guglielmo Tell. Joan è ubriaca, accetta e riempie un bicchiere di cognac e lo poggia sulla sua testa . Burroughs però spara troppo in basso e colpisce Joan alla tempia. All’arrivo dei soccorsi, Joan Vollmer è in coma e muore nel giro di alcune ore. E come ha dichiarato in più di un’occasione lo stesso Burroughs: “Senza la morte di Joan non sarei mai diventato uno scrittore Vivo sotto la minaccia costante di essere posseduto, un bisogno costante."

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