Superman Lost, che ne è stato di Clark Kent?
LifestyleLa serie DC Comics uscita nel 2023, candidata agli Eisner, arriva in Italia in un volume unico pubblicato da Panini Comics. Una space opera ricca di livelli di lettura e spunti, che pesca dal pensiero filosofico di Kierkegaard per raccontare come anche il più grande dei supereroi possa sentirsi perduto
Cosa può far paura a un uomo in grado di volare e sollevare palazzi? Perdere se stesso, le sue coordinate, non ritrovare la strada di casa, smarrire il suo pianeta per la seconda volta. Ma anche ritrovarlo, sì, al prezzo però di rinunciare agli altissimi valori che lo hanno sempre ispirato e mosso. Superman Lost di Christopher Pirest e Carlo Pagulayan è un fumetto pieno di sofferenza e amore. Pubblicato negli Stati Uniti l’anno scorso in 10 albi, viene portato in Italia da Panini Comics in un volume unico cartonato da 256 pagine al prezzo di 29 euro.
La trama
All’inizio della storia, Clark e Lois vivono la loro quotidianità in casa. Lei è impegnata in una nuova inchiesta giornalistica che ha a che fare con un mucchio di soldi trovati nel bagagliaio di un’automobile e le dimissioni di un senatore degli Stati Uniti; lui viene chiamato, come spesso capita, per un’emergenza con la Justice League, la saluta promettendo di tornare presto e la mattina dopo è lì, in mezzo alla stanza, in piedi e col costume, a fissare il vuoto fuori dalla finestra. Solo che per lui sono passati 20 anni, non poche ore.
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Da lì, viene ricostruita la vicenda vissuta da Superman, a partire dall’incidente con la Justice League che lo ha fatto smarrire e vagare nello Spazio, perdere la speranza e ritrovarla, abbracciare un nuovo mondo e una nuova missione su un pianeta sconosciuto, conoscere nuovi amici e rivali, fino a un finale amaro e potenzialmente divisivo, a una scelta difficilissima da compiere ma presa come sempre mettendo il bene degli altri davanti al suo.
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Una space opera filosofica
Superman Lost è un racconto supereroistico tradizionale solamente nei disegni di Pagulayan, che col loro stile realistico incarnano alla perfezione il canone dei comics contemporanei. Per il resto è un’opera colma di dolore, emozione e meraviglia, che contiene al suo interno molteplici elementi, spunti filosofici (con tanto di citazioni esplicite al pensiero di Kierkegaard) e psicologici sull’essere umano e il suo posto nel mondo, una forte componente di space opera caratterizzata da un world building intrigante e convincente.
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Per la prima metà, fino a quando la narrazione è incentrata sul rimpallo tra la vita di Clark e Lois e il viaggio di Superman nello Spazio, la qualità della narrazione è semplicemente straordinaria, rasenta la perfezione, porta il lettore in un viaggio straordinario ricco di riferimenti sociopolitici all’attualità. Ci si interroga sul senso della democrazia e sui suoi possibili paradossi, sul ruolo dello Stato. I personaggi di contorno sono ben scritti e caratterizzati a dovere.
Un leggero calo nella seconda parte
La seconda parte sembra smarrirsi leggermente, ingarbugliarsi un po' tra troppe sottotrame, elementi probabilmente superflui e archi costruiti e sciolti in maniera troppo frettolosa. Ciononostante il livello dell’opera si risolleva nel finale e complessivamente è senza dubbio ottimo e non è un azzardo parlare di uno dei migliori fumetti supereroistici dell’anno, tanto da guadagnarsi meritatamente la nomination agli Eisner nella categoria Migliore serie limitata.
A cosa siamo disposti a rinunciare?
In Superman Lost, Priest riesce perfettamente in una delle operazioni più complicate: umanizzare il padre di tutti i supereroi, scavare nelle sue debolezze, avvicinarlo al lettore e alle sue fragilità. L’interrogativo di fondo è: fin dove siamo disposti a spingerci per raggiungere i nostri ideali? A quanto siamo disposti a rinunciare? Ed è peggio perdere la persona che amiamo o noi stessi e i nostri valori? Un enigma per risolvere il quale servirebbero dei superpoteri.