Silvia Avallone: “I luoghi sono come dei genitori nelle nostre vite”

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Filippo Maria Battaglia

Filippo Maria Battaglia

©Getty

La scrittrice firma "Cuore nero", un romanzo ambientato in un piccolo borgo incastonato tra le montagne. E durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24, dice:  "La vita non si risolve in nessun posto, ma i luoghi possono curare"

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"Una storia di condanna e di salvezza che indaga le crepe più buie dell’anima per riempirle di compassione, di vita e di luce". Così la casa editrice Rizzoli presenta "Cuore nero", il nuovo romanzo di Silvia Avallone (pp. 368, euro 20). Racconta la storia di Emilia, una trentenne che in un lunedì di novembre arriva a Sassaia, un borgo incastonato tra le montagne, e di Bruno, il suo nuovo vicino di casa. È il proverbiale incontro tra due solitudini che hanno dovuto fare i conti con il male, seppure in modo e con prospettive opposte, visto che Emilia quel male lo ha causato, scontando diversi anni di carcere.  

Ed è da quei luoghi che inizia la nuova puntata di "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24: "Sassaia è un borgo che io ho reso ancora più lontano dalla civiltà  - racconta Avallone in questa intervista - Un'isola in mezzo ai boschi, dove non c'è niente: non c'è un lampione, non c'è una chiesa, non c'è neanche più l'orologio sul campanile. Nulla, dunque, a parte una natura  liberatoria. E poi c'è un carcere minorile, un'isola addirittura sbarrata, murata".

"Per me - osserva sempre Avallone in questa intervista - i luoghi sono davvero dei genitori, dei protagonisti nelle nostre vite: perché ci ostacolano, ci educano, ci fanno del male, ci salvano. Poi, naturalmente, la vita non si risolve in nessuno posto, e tuttavia - conclude - i luoghi possono curare".

 

L'intervista è disponibile anche come podcast in tutte le principali piattaforme cercando la rubrica "Tra le righe" o selezionando l'episodio nella playlist che si trova qui sotto.

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