Nicola Crocetti: "Per scrivere poesie non basta andare a capo"

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Filippo Maria Battaglia

Filippo Maria Battaglia

©IPA/Fotogramma

L'editore e traduttore ha deciso di condensare quasi mezzo secolo di attività in un'antologia della poesia universale curata insieme a Davide Brullo. E in questa intervista racconta le difficoltà (e le suggestioni) che nascono dalla composizione e dalla traduzione di versi

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Da quasi mezzo secolo Nicola Crocetti si occupa di poesia, traducendo decine di migliaia di versi e pubblicandone - con la casa editrice che porta il suo nome - molti di più.  Poco tempo fa ha deciso di cristallizzare parte di questa esperienza e di questa passione in "Dimmi un verso anima mia", un’antologia della poesia universale dai Veda ai poeti odierni, che ha curato insieme a Davide Brullo (pp. 1260, 50 euro). 

"Può sembrare un'impresa smodatamente ambiziosa, e forse in qualche modo lo è - racconta Crocetti nella nuova puntata di 'Incipit', la rubrica di libri di Sky TG24 - ma è il distillato di un'esperienza durata un'intera vita, sia nel mio caso sia in quello di Davide Brullo".

In questa intervista, Crocetti racconta la difficoltà nello scrivere versi ("molti pensano che basta andare a capo, ma non è così")  e della loro traduzione. In questo caso, osserva, "il criterio è uno solo: e cioè che una bella poesia nella lingua originale risulti altrettanto bella nella lingua d'arrivo, anche a costo magari di  qualche tradimento filologico. In certi casi si può tradire il senso, in altri si è costretti a tradire la forma, ma l'importante appunto è solo questo: che alla fine ne risulti una bella poesia".

 

L'intervista è disponibile anche come podcast in tutte le principali piattaforme cercando la rubrica "Tra le righe" o selezionando l'episodio nella playlist che si trova qui sotto.

 

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