Ciminiere, gasometri, camion, allegorie, strade vuote, nature morte, paesaggi. L'Arte di Mario Sironi ci racconta un'epoca tragica e travagliata come fu quella del Ventennio
La Galleria BPER Banca presenta, negli spazi della sua Pinacoteca di Modena, il progetto espositivo Mario Sironi. Solennità e tormento. La mostra sarà aperta al pubblico sino a domenica 4 febbraio 2024, con la curatela di Daniela Ferrari. L’esposizione propone un corpus di 40 opere di Mario Sironi (Sassari, 1885 - Milano, 1961). Sono esposti per la prima volta fuori dalla Sardegna diversi lavori datati tra il 1926 e il 1958, appartenenti a una ricca raccolta sironiana donata al Banco di Sardegna, parte del Gruppo BPER Banca, dalla compagna dell’artista Mimì Costa.
Tra i lavori in mostra spicca il grande dipinto Allegoria del lavoro, studio preparatorio di un affresco oggi distrutto proposto con grande successo nel 1933 alla V Triennale di Milano. A questo nucleo si aggiungono importanti capolavori provenienti da prestigiose collezioni private, dall’Associazione Mario Sironi e dall’Archivio Mario Sironi.
Il tema della “parola” è elemento portante anche della mostra che La Galleria BPER Banca dedica a Sironi. Pagine di giornale, manifesti, buste con indirizzi, scritte che attraversano le immagini: la parola è stata spesso contesto e supporto del lavoro pittorico di Mario Sironi, uno dei massimi artisti italiani del Novecento.
Interprete autentico dei princìpi del ritorno alla classicità senza mai scadere nella sterile imitazione accademica, Sironi nei primi anni Venti dipinge figure silenziose dagli sguardi riflessivi, le cui pose compiute e i cui gesti statuari anche se pacati, si esprimono in ambienti dominati dal silenzio.
Anche le sue nature morte sembrano provenire da un universo platonico, rarefatto, assoluto; gli oggetti dipinti hanno la funzione di simboli archetipici: il vaso, la colonna, il capitello, il canestro di frutta, la statua, la brocca, la tazza popolano le sue composizioni come modelli desunti direttamente dal mondo delle idee.
Sironi è celebre per i suoi paesaggi urbani, carichi di desolazione e solitudine, con i quali l’artista riesce a esprimere quel senso di vuoto e di identità perduta tipico delle città metropolitane con le loro periferie in espansione, i corpi di fabbrica dalle architetture essenziali, le ciminiere, i gasometri e i camion che percorrono strade vuote.
Negli anni Trenta si fa sempre più forte in Sironi l’urgenza di esprimere la vocazione sociale della propria arte in modi coerenti con gli aspetti corporativi e proletari dell’ideologia fascista, che egli condivideva. Il suo credo in un’arte nobile, solenne, costituita da un impianto compositivo rivolto alla classicità trova la sua massima espressione nei progetti di arte murale e in programmi decorativi dominati da forme salde, luci mielate, linee ferme, posture austere, ordine, gravità, rigore, disciplina e compostezza.
Il progetto Mario Sironi. Solennità e tormento intende mettere in luce la grandiosità pittorica e grafica di questo maestro assoluto del primo Novecento, che ha saputo rappresentare i tormenti dell’uomo in un’epoca tragica e travagliata come quella del Ventennio.