Chiara Valerio: "La tecnologia non rischia di toglierci la libertà ma la memoria"

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Filippo Maria Battaglia

Filippo Maria Battaglia

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Nella nuova puntata di "Incipit", la scrittrice racconta il suo ultimo libro: "Appaltiamo una gran parte della nostra memoria a dispositivi che sono fuori di noi e che potrebbero rompersi o interrompersi molto prima della fine della nostra vita. Se continuiamo a preoccuparci del libero arbitrio e non di questo tema, stiamo perdendo una grande occasione di riflessione"

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"Che differenza c’è tra danzare per far piovere e schiacciare un tasto per illuminare uno schermo?". Da questa domanda parte il libro di cui parliamo questa settimana, "La tecnologia è religione", che la casa editrice Einaudi ha da poco portato in libreria (pp. 128, euro 13).

"Quando noi non conosciamo la causa delle cose, tendiamo a diventarne la causa", racconta la sua autrice, Chiara Valerio, durante 'Incipit', la rubrica di libri di Sky TG24. Poi, per rispondere a quella domanda, spiega: "Premendo un tasto sul nostro smartphone, un movimento del nostro corpo fa accadere qualcosa. Quel movimento è molto simile, nella sua dinamica, a quello con cui si danzava per far cadere la pioggia". Prima di aggiungere che  "la tecnologia, la religione e la letteratura condividono la fede nell'azione a distanza". "Adesso che i dispositivi si stanno sempre più dematerializzando - osserva - e non studiando più i rapporti causa-effetto, il rischio è di perdere la consapevolezza che la tecnologia non ha niente a che fare con la religione, e dunque con i fenomeni magici".

La libertà e la memoria

Nell'intervista Valerio affronta molti altri temi, tra cui il radicale cambiamento del nostro rapporto con il tempo. "Siamo soliti collegare il terrore della totale automazione a una mancanza di libertà o di libero arbitrio. Ma il problema non è la libertà, il problema è la memoria. Noi appaltiamo gran parte della nostra memoria a dispositivi che sono fuori di noi e che potrebbero rompersi o interrompersi molto prima della fine della nostra vita. Se continuiamo a preoccuparci della libertà e del libero arbitrio e non pensiamo alla memoria, stiamo perdendo una grande occasione di riflessione".

 

L'intervista è disponibile anche come podcast in tutte le principali piattaforme cercando la rubrica "Tra le righe" o selezionando l'episodio nella playlist che si trova qui sotto.

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