Esordio da autore a tutto tondo per il noto disegnatore americano (B.P.R.D., Conan, Wolverine gli X-Men), che mischia stili e archetipi orientali e occidentali in una storia che racconta la lotta tra supereroi e kaiju
In un futuro distopico dove robot economici tolgono il lavoro agli esseri umani, un virus minaccia la sopravvivenza stessa della specie. Non si tratta di un virus che semplicemente uccide ma di un agente patogeno in grado di modificare cellule e tessuti trasformando gli esseri umani ospitanti in enormi e pericolosi kaiju. È questo l’universo di Ultramega, serie a fumetti che segna l’esordio come autore a tutto tondo per James Harren (B.P.R.D., Conan, Wolverine gli X-Men), pubblicata in Italia da Saldapress e mutuata dal catalogo di Skybound.
Un mondo a misura di gigante
Gli Utramega altri non sono che gli eroi della storia: tre esseri umani come gli altri ma con qualcosa in più, la capacità di diventare enormi per combattere i kaiju. Un dono che non hanno chiesto, un fardello che sono costretti a sopportare. Tra loro c’è Jason, protagonista di quello che si potrebbe definire il prologo del primo volume (ne sono usciti due, al prezzo di 14,90 euro ciascuno), un ex pugile che in un mondo devastato dal caos, in cui chiunque può trasformarsi improvvisamente in un mostro, cerca di costruirsi una parvenza di normalità quotidiana con la moglie e il figlio poco più che neonato. Per un uomo chiamato a proteggere l’umanità dai kaiju, però, la normalità non può esistere.
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L'eredità degli Ultramega
Dopo il prologo, la storia continua riprendendo la narrazione con un salto temporale di diversi anni. Il tempo degli Ultramega sembra passato, una barriera separa gli esseri umani sani da quelli che hanno contratto il virus (o anche solo si sospetta l’abbiano contratto, perché non serve che i sintomi si manifestino per finire al di là del muro). I kaiju stessi sembrano aver messo in piedi una sorta di impero decadente. L’epoca dei grandi mostri e degli epici scontri con tanto di squartamenti sembra un ricordo, una farsa da replicare all’interno di una arena, ma restano i contrasti, il disordine, la paura. E la sensazione di vivere sopra il coperchio di una pentola a pressione sul punto di esplodere. È in questo mondo che muove i suoi passi Noah, un giovane cresciuto nel mito degli Ultramega e deciso a portare avanti la loro battaglia.
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Un efficace mix di stili e archetipi
Ultramega appare come una storia dalle basi semplici che abbraccia però una narrazione complessa. Un prodotto estremamente originale nel suo omaggiare i classici che hanno formato l’autore, audace nel mischiare stilemi occidentali e orientali, sotto l’aspetto narrativo come sotto il profilo grafico. Il disegno di Harren è stupefacente per dinamismo, la sua regia estremamente efficace nel trasportare il lettore all’interno di un mondo in cui sentirsi formica sotto i piedi di giganti. L’ispirazione a manga ed anime è evidente ma resta dentro i confini del rispettoso omaggio. In definitiva, Ultramega è una serie che merita di essere seguita per la sua capacità di innovare elementi tradizionali in un curioso mash-up di generi, stili e archetipi.