La cornacchia, i campioni (e i bidoni): 1001 storie e curiosità sul grande Cagliari

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Le partite, i campioni, i bidoni, i presidenti. Dalla cornacchia portasfortuna un compleanno in piena pandemia. Passando per lo scudetto, Riva e quella volta che Scopigno urinò nel giardino dell'ambasciatore. I 100 anni del club sardo vengono ripercorsi in aneddoti e avvenimenti in un libro pubblicato da Newton Compton

La storia di una squadra di calcio e della terra che rappresenta. Il legame tra il Cagliari Calcio, Cagliari e la Sardegna è fortissimo e inscindibile da un secolo. Il club diretto dal presidente Tommaso Giulini compie infatti 100 anni. Un’occasione per ripercorrere i fatti che ne hanno segnato la vita. Lo fa  “1001 Storie e curiosità sul grande Cagliari che dovresti conoscere”, libro in uscita il 5 novembre scritto da Gabriele Lippi e pubblicato da Newton Compton (512 pagine, 12 euro). Una storia che comincia agli albori del XX secolo e che ancora oggi continua, della quale vi proponiamo alcuni estratti.

Il Cagliari viene fondato ufficialmente il 30 maggio del 1920, ma i prodromi dell'avvento del calcio nel capoluogo sardo si registrano anni prima, come viene spiegato nell'introduzione del libro.


Il mare porta con sé profumi e sapori. Unisce popoli e genera scambi di culture. Non diversamente da quanto accaduto in altre città portuali, fu il mare a portare a Cagliari il pallone, probabilmente attraverso marinai genovesi. La prima partita documentata nel capoluogo sardo si giocò il 27 aprile del 1902, alle soglie del secolo che avrebbe lacerato l'Europa con due Guerre Mondiali. Teatro dell'incontro fu Piazza d'Armi, adagiata su uno dei sette colli su cui sorge la città. Le due squadre composte da studenti si diedero battaglia su uno sterrato fangoso per via delle piogge dei giorni precedenti, davanti a decine di curiosi. L'incontro, sponsorizzato dal collaboratore de «L'Unione Sarda» Tullio Zedda, finì sulle pagine del quotidiano, diffondendo grande curiosità intorno a quel nuovo gioco. Fu il primo approccio, al quale seguì un altro tentativo nel 1911, quando la Società Ginnastica Amsicora portò la sua squadra di calcio in Piemonte, per disputare un torneo con altre squadre del Continente. I risultati non furono esaltanti, i cagliaritani persero tutte le partite, ma il seme era stato gettato e la passione per il pallone non poteva più essere fermata.
Una foto d'epoca di piazza Yenne, a Cagliari
Wikimedia

La squadra comincia la sua vita con una vittoria nella prima amichevole ufficiale, poi però si infila in un tunnel di sconfitte dal quale sembra non riuscire a uscire. La soluzione a questa prima crisi di risultati è decisamente curiosa e viene raccontata nel capitoletto numero 15 del libro.

 

Uccellaccio del malaugurio

All'inizio della sua storia, e dopo un esordio tanto promettente, il Cagliari entra però in una precoce serie di risultati negativi. La squadra non vince più, anzi, perde in continuazione. Cenzo Soro, che sarà portiere di Cagliari e Juve negli anni Trenta e poi allenatore del Cagliari nei Cinquanta, racconta l'episodio nel libro La grande storia del Cagliari di Corrado Delunas: «Il Cagliari era in fase negativa, perdeva, perdeva e perdeva. L'avvocato Mereu era l'allenatore e non riusciva a trovare il modo di fare uscire la squadra dalla crisi. Finché un giorno non si accorse che sopra gli spogliatoi, in una terrazza, gracchiava sempre una cornacchia. Deciso a far uscire la squadra dalla crisi, Mereu si armò di fucile e impallinò la povera cornacchia. Ognuno ha le proprie convinzioni, ma si racconta che da quel giorno il Cagliari riprese a vincere».

Sarebbero passati 44 anni prima di vedere il Cagliari in Serie A, altri sei per l'unico scudetto della sua storia. Perché tutto ciò fosse possibile, però, c'era bisogno di un eroe, e quell'eroe prese il volto, il nome e il cognome di Gigi Riva. Nato a Leggiuno, Riva sarebbe diventato grande a Cagliari, rifiutandosi categoricamente di lasciarla anche quando a fargli la corte fu la Juventus e facendone la sua casa. L'inizio della storia, però, non fu così semplice.

 

Riva, che a Cagliari non ci voleva andare

Ora, la storia racconta che Riva a Cagliari non ci volesse proprio andare. L'idea di allontanarsi così tanto da casa, di metterci addirittura il mare di mezzo, lo terrorizzava. In più, mentre volava verso Siviglia con la Nazionale, l'aereo è passato sopra una terra brulla, senza luci. Lui ha chiesto che cosa fosse e gli hanno risposto «la Sardegna». «Ma come fanno a vivere in un posto così?», si è chiesto Gigi per un attimo, prima di tornare a pensare a Siviglia, alla Spagna e alla Nazionale. Quando il vicepresidente del Cagliari va a parlargli, dopo aver trovato l'accordo col Legnano, Riva è irremovibile: «Io a Cagliari non ci vengo, piuttosto smetto di giocare. Mi spiace, lei ha fatto un viaggio a vuoto». Ma Arrica è un uomo tenace e lo convince a visitare almeno la città. Luciano Caccia, presidente del Legnano, gli promette che se non vorrà fermarsi lo riporterà indietro, stracciando l'accordo coi sardi. Alla fine Riva parte.

Foto LaPresse Torino/Archivio storico
archivio storico
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anni '90
Mazzone Carlo
E' un ex allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo centro-mediano. È conosciuto con il soprannome di Sor Carletto o Sor Magara a sottolineare la sua caratteristica e spiccata parlata romanesca. Dopo aver giocato nelle giovanili della Roma, esordì in Serie A. L'anno seguente passò, sempre in Serie A, alla SPAL.
Come allenatore, il sesto posto del 1993 con i sardi (e conseguente loro qualificazione alla Coppa UEFA gli valse la chiamata alla Roma. I tre anni con i giallorossi gli valsero un settimo e due quinti posti. Durante la sua permanenza a Roma lanciò in prima squadra Francesco Totti di conseguenza tornò a Cagliari nel 1996. Nella sua lunghissima carriera Mazzone ha allenato ininterrottamente per quasi 40 anni e ha stabilito un altro record nella storia del calcio italiano con le sue 1.278 panchine ufficiali.
nella foto: Mazzone
Busta N. 7995

Photo LaPresse Turin/Archives historical
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90's
Mazzone Carlo
in the photo: Mazzone
Mazzone allenatore del Cagliari - ©LaPresse

Dopo lo scudetto, il Cagliari cade. Retrocede in B una prima volta, finisce addirittura in C una seconda. Ritorna nel massimo campionato all'inizio degli anni Novanta, con Claudio Ranieri allenatore. E con Carlo Mazzone riesce addirittura a centrare la qualificazione alla Coppa Uefa. Mazzone, però, è anche l'uomo capace di bocciare George Weah, sul punto di trasferirsi in Sardegna nell'estate del 1992.

 

Il giocatore è acerbo

C’è un episodio, una trattativa sfumata, che potrebbe cambiare la storia del Cagliari e di Cellino. Perché appena arrivato nel mondo del calcio, il nuovo presidente si mette in testa di acquistare un calciatore liberiano che negli ultimi quattro anni aveva giocato in Francia nel Monaco. Il suo nome è George Weah, è un attaccante, ha segnato diciotto gol nell’ultimo campionato francese aggiungendone altri quattro in Coppa delle Coppe. Cellino ha il contratto in mano, l’accordo è raggiunto col club monegasco e con il giocatore, manca solo la firma. Mazzone però non è convinto: «Il giocatore è acerbo», dice al presidente, che si fida di lui e fa saltare tutto. Visto come andrà a finire la stagione del Cagliari potrebbe pure sembrare un consiglio buono, non fosse che Weah, dopo tre anni al Paris Saint Germain, approderà in Italia al Milan, finendo per conquistare due scudetti e diventare nel 1995 il primo calciatore extra europeo (e a tutt’oggi l’unico con un passaporto africano) a conquistare il Pallone d’Oro.

Foto LaPresse - Enrico Locci
29 12 2014 Cagliari (CA)
sport calcio
Il Cagliari Calcio presenta il neo allenatore  Gianfranco Zola 
Nella foto: il Presidente Tommaso Giulini


Photo LaPresse - Enrico Locci
December 29, 2014 (CA)
sports soccer
Cagliari Calcio presents the new coach Gianfranco Zola
in the pic: President and CEO, Tommaso Giulini
Il Cagliari Calcio presenta il neo allenatore Gianfranco Zola - ©LaPresse

Di tutti i presidenti del Cagliari, quello che ne ha segnato la storia più a lungo è stato Massimo Cellino. Il suo "regno", è durato 22 anni. A succedergli, nel 2014, è stato Tommaso Giulini, l'attuale presidente, che ha acquistato il club al culmine di mesi di voci incontrollate su ipotetici emiri del Qatar e fantomatiche cordate americane. All'epoca Giulini è dedicata l'ultima parte del libro, che si apre col capitoletto numero 861.

 

Il presidente milanese

Non gli arabi, non gli americani. Ad acquistare il Cagliari, il 6 giugno del 2014, è un milanese col cuore nerazzurro, amico di Massimo Moratti, membro del consiglio d’amministrazione dell’Inter. L’accordo da 48 milioni di euro che porta Tommaso Giulini a prendere il posto di Massimo Cellino rievoca l’operazione che portò Angelo Moratti a investire i suoi soldi nel club sardo gettando le basi per la conquista dello scudetto nel 1970. Certo, questo Cagliari non ha i debiti che aveva nel 1967, non rischia il fallimento, ma non ha nemmeno un giocatore come Gigi Riva. Giulini si presenta sorridente, si capisce da subito che è uno che buca lo schermo. Ha ambizioni importanti, parla di Champions League entro l’anno del centenario, ovviamente di un nuovo stadio di proprietà. Ama il calcio e lo si capisce, spera di vedere la sua squadra giocare bene e incantare l’Italia. Una sfida decisamente impegnativa.

 

Copertina 1001 Storie e curiosità sul grande Cagliari che dovresti conoscere

L'autore

Gabriele Lippi è nato a Cagliari nel 1984 ed è laureato in Scienze politiche e delle Relazioni internazionali. Ha seguito il Cagliari Calcio e le sue vicende per Tuttocagliari.net, la radio locale Radio Press e il giornale Sardegna Quotidiano. Attualmente redattore a Sky TG24 , ha collaborato con testate quali Esquire.com, Quattrotretre.it, Vanityfair.it e Wired.it

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