Grammati.che: salotto letterario di Instagram che gioca con le parole

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Giuseppe Di Matteo

vezzoli

La lecchese Emanuela Vezzoli ha creato un vero e proprio cenacolo (social) di cultura che raccoglie utenti di ogni età ed estrazione sociale

Da qualche tempo, ogni sabato mattina, più o meno intorno alle sette meno un quarto, Emanuela scava nell’anima di una parola e gioca con il suo pubblico, che, entusiasta, la segue e impara qualcosa di nuovo. Detta così sembra quasi una fiaba. E invece è ciò che accade, puntualmente, sulla pagina Instagram grammati.che di Emanuela Vezzoli, 36 anni, lecchese, che di professione fa l’insegnante di inglese ma nutre da sempre una grande passione per la lingua italiana e le sue radici. Accanto a sé ha sempre un dizionario etimologico e, tra un impegno e l’altro, passa la settimana a cercare un vocabolo adatto per i suoi ‘esperimenti’ linguistici. Dopodiché, attraverso un duro lavoro di ricerca, risale alle origini della parola prescelta e ne traccia brevemente la biografia, cercando di spiegare in che modo il significato della stessa sia cambiato nel tempo. A quel punto non resta che associarla ad un’immagine - possibilmente d’impatto - e postare il tutto sul profilo Instragram di grammati.che, dove ad attenderla c’è un gruppo di utenti desiderosi di mettersi alla prova. Per accontentarli Emanuela ha pensato di proporre una sorta di tema libero che, per mezzo di alcune tracce, stimoli la creatività di ciascuno. I risultati non hanno tardato ad arrivare. La pagina, infatti, in un solo anno di attività ha già raggiunto oltre 5mila seguaci, cinquecento dei quali pare siamo ‘studenti’ molto attivi e diligenti.

Mettersi alla prova con una parola

E allora tocchiamo con mano: uno degli ultimi post di grammati.che ha a che vedere con il vocabolo sutura, che deriva dal latino suĕre, cucire. “Ma – argomenta Emanuela - esiste un termine che, mutuato dalla botanica, indica la riapertura di una ferita: deiscenza, da dehisco, mi apro. Lembi a separarsi. Interno a respirare. Dolore a pulsare nuovamente. Ma anche, se vogliamo, animo a spalancarsi. Intenzioni a predisporsi”. Alla parola sono associate alcune immagini decisamente evocative, in molti casi frutto di artisti contemporanei (ma non mancano riproduzioni dei grandi capolavori del passato). Seguono i commenti, appositamente trasformati in temi: componimenti poetici talvolta, ma anche semplici riflessioni che assomigliano a ipertesti capaci di arricchire il dibattito. E poi c’è l’immaginapsi, che Emanuela ha scelto come titolo per molti dei suoi esercizi di scrittura, ai quali a volte partecipa. 

“Confesso di essere molto emozionata – sottolinea –; inizialmente avevo aperto questa pagina con l’obiettivo di porre l’accento, ma senza pretendere di insegnare niente a nessuno, su alcuni errori di grammatica che vengono commessi di frequente nella nostra lingua. Poi ha preso il sopravvento la mia passione per le parole e il loro significato. E così la cosa è cresciuta molto”.

Un salotto letterario nel cuore di Instagram

Fino a diventare, verrebbe da dire, un vero e proprio salotto letterario che coinvolge utenti di ogni età ed estrazione sociale.  I quali aspettano pazientemente le 6.45 di ogni sabato mattina come gli inglesi attendono il tè delle 5. “Una grande soddisfazione – commenta Vezzoli – che mi ha fatto capire quanto la gente abbia bisogno di spazi culturali e di raccontarsi. Per questo ho deciso di offrire loro uno spazio protetto, che non ammetta volgarità ma solo sana passione”. Un’oasi di speranza e di cultura, insomma, nel mare magnum dei social, che, se utilizzati nel modo giusto, possono essere utili e aiutare davvero a crescere.

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