Whirlpool, l’azienda: dopo Cig Covid, da aprile al via licenziamenti

Lavoro

La sottosegretaria Todde: “Azienda fornisca un quadro chiaro di quello che vorrà fare”. I sindacati: “Da Whirlpool proposte inaccettabili”

"Piena retribuzione e tredicesime fino al 31 dicembre al 100% per i lavoratori senza ricorso agli ammortizzatori, come da accordi con il governo. Dal 1 gennaio richiesta di ammortizzatori fino alle fine di marzo e poi avvio della la procedura di licenziamento collettivo il 1 di aprile". A ribadire le scadenze Whirlpool previste per i lavoratori del sito di Napoli è stato il vicepresidente Emea della multinazionale, Luigi La Morgia, al tavolo svoltosi al Mise. "Non abbiamo nessuna intenzione di riaprire le produzioni di lavatrici a Napoli", avrebbe ripetuto La Morgia nel corso dell'incontro ribadendo anche come dal prossimo aprile " saranno avviate le procedure di licenziamento collettivo". E quanto ai contributi ricevuti dallo Stato che renderebbero difficile la chiusura di un sito sostenuto da risorse pubbliche, avrebbe ricordato come "gli investimenti Whirlpool in Italia sono ammontati a circa 270 milioni nel triennio 2019-21", mentre dal 2014 a fronte di "aiuti ricevuti dal Governo, Ministero, Regioni di poco più di 30 milioni, abbiamo investito 800 milioni" .

Todde, “vogliamo un quadro chiaro”

"Vogliamo avere dall’azienda tutti i chiarimenti necessari e avere un quadro cha di ciò che Whirlpool vorrà fare da qui ai prossimi mesi". Così il sottosegretario allo sviluppo, Alessandra Todde, ha avviato il tavolo di confronto con la multinazionale americana del bianco, sindacati ed enti locali. "Abbiamo convocato questo tavolo perché l’azienda ha dichiarato che avrebbe pagato gli stipendi ai lavoratori almeno fino al 31 dicembre e vogliamo capire quali sono i prossimi passi dell’azienda", ha proseguito e ricordando l’obiettivo del tavolo di oggi: "Gestire la situazione che è molto delicata, non solo su Napoli ma anche in tutta Italia", prosegue ricordando come il Mise intenda "garantire un futuro serio e concreto sia dal punto di vista occupazionale che produttivo". Nuovo round per il 28 dicembre prossimo per il tavolo Whirlpool. La convocazione, a quanto si apprende, arriva al termine dell'incontro di oggi al Mise nel corso del quale la multinazionale del bianco ha ribadito la propria opposizione a riprendere la produzione nel sito di Napoli i cui lavoratori beneficeranno del salario e della 13esima fino al 31 dicembre mentre da 1 gennaio sarà richiesto l'accesso alla Cig Covid fino alla fine di marzo e dal 1 aprile sarà dato corso alla procedura di licenziamento collettivo.

Sindacati, “proposte inaccettabili”

 “Quanto proposto dalla multinazionale è per noi inaccettabile, chiediamo un approfondimento sulla legittimità di questa richiesta. L’accordo del 25 ottobre del 2018 è tuttora in vigore e prevede che non si possono aprire procedure di licenziamento". Così Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil commenta la richiesta da parte di Whirlpool. "Nell'accordo firmato dai sindacati, infatti, Whirlpool si impegnava a investire 750 milioni di euro a partire da ricerca e sviluppo. Il successivo accordo del 2018 è stato fatto perché si cominciava a ricorrere agli ammortizzatori sociali. I lavoratori della Whirlpool sono e dovranno continuare ad essere a carico dell’azienda: dipendenti della multinazionale e pronti ad essere rimessi a produrre lavatrici", aggiunge. "Abbiamo chiesto a governo e azienda che Whirlpool si faccia carico fino al 31 marzo degli stipendi dei lavoratori. Oggi è il 21 dicembre, mancano 5 giorni lavorativi al 31 dicembre. Ci aspettavamo a questo punto non ipotesi ma risposte e assunzioni di responsabilità. Il governo aveva detto dopo il 30 ottobre che i lavoratori di Napoli non sarebbero stati lasciati soli ma la sensazione è che questi 50 giorni siano stati sprecati senza trovare soluzioni". Così Raffaele Apetino, segretario nazionale Fim, commenta le dichiarazioni di Whirlpool al Mise.  “Il divieto di licenziamenti ci farà guadagnare del tempo che non deve assolutamente essere sprecato ma investito per dare finalmente una risposta ai lavoratori della fabbrica di lavatrici Napoli e per fornire un quadro di maggiori certezze per tutti i lavoratori di Whirlpool in Italia. Dal primo gennaio, dunque, è essenziale che si dia copertura salariale ai lavoratori di Napoli; se per qualsiasi motivo ciò non avvenisse, adiremmo le vie legali” dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore elettrodomestici. “Abbiamo chiesto al governo, a Invitalia e alle istituzioni, in merito alla chiusura del sito Whirlpool di Napoli, quali siano le prospettive in campo, dopo l’ultimo incontro con il Presidente del Consiglio, tali da garantire la ripresa dell’attività produttiva per i 350 lavoratori diretti e a quelli (in tutto 800) delle aziende dell’ indotto campano, spesso monocommittenti, strettamente legati alle produzioni delle lavatrici” dichiara il segretario nazionale UGL Metalmeccanici, Antonio Spera.

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