Istat, pil in calo e disoccupazione in salita

Lavoro
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Riguardo alle ore lavorate e le unità di lavoro, la loro evoluzione rifletterebbe gli andamenti della produzione, con una forte diminuzione nell’anno corrente (-10,0%) e una moderata ripresa nel 2021

Il pil italiano segnerà un calo dell'8,9% rispetto all'anno precedente, per poi registrare una parziale crescita nel 2021, pari a +4%. E' quanto prevede l'Istat nelle sue 'Prospettive per l'economia italiana' diffuse oggi, nelle quali si evidenzia infatti come le informazioni disponibili per il quarto trimestre "sarebbero coerenti con una diminuzione congiunturale del pil, interrompendo il processo di recupero dell’attività avviatosi a partire da maggio".

In media d’anno, spiega l'istituto di statistica, il pil segnerebbe un deciso calo rispetto al 2019 (-8,9%), influenzato dalla caduta della domanda interna che, al netto delle scorte, contribuirebbe negativamente per 7,5 punti percentuali e in misura minore, dalla domanda estera netta che fornirebbe un contributo negativo pari a 1,2 punti percentuali. Anche le scorte fornirebbero un contributo negativo seppure limitato (-0,2 pp). Il progressivo rilascio delle misure di contenimento porterebbe a una ripresa dei ritmi produttivi a partire dai primi mesi del prossimo anno. Nel 2021 il pil è previsto aumentare (+4,0%) sostenuto dal contributo della domanda interna al netto delle scorte (per 3,8 punti percentuali) e dalla domanda estera netta (per 0,3 punti percentuali).

Nel 2020 disoccupazione al 9,4%, nel 2021 salirà a 11%

Nel 2020 e nel 2021, segnala sempre l’Istat, gli effetti di ricomposizione nel mercato del lavoro sono attesi influenzare il tasso di disoccupazione, che dovrebbe ridursi nell’anno corrente (9,4%) per poi aumentare in quello successivo in presenza di una ripresa dei ritmi produttivi (11,0%).


Riguardo alle ore lavorate e le unità di lavoro (ula), la loro evoluzione rifletterebbe gli andamenti della produzione, con una forte diminuzione nell’anno corrente (-10,0%) e una moderata ripresa nel 2021 (+3,6%). Nel corso del 2020, la riduzione delle ula, più intensa di quella del monte retributivo, determinerebbe un aumento delle retribuzioni lorde per unità di lavoro dipendente (+1,1%). L’effetto, spiega l'istituto di statistica, è atteso ridursi nel 2021 (+0,3%).

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