Chiude la Whirlpool a Napoli, per i sindacati ‘fatto gravissimo’

Lavoro

La decisione annunciata con una nota dall’azienda. Le sigle dei metalmeccanici insorgono, mentre il Mise assicura: “Al via tavolo permanente”

Da fine ottobre, cancello chiusi alla Whirlpool di Napoli. L’azienda ha infatti comunicato con una nota, la decisione dello stop allo stabilimento napoletano, determinata dal crollo della domanda globale per le lavatrici di alta gamma Omnia. “L'Italia è il Paese dove abbiamo la nostra sede direzionale per la regione Emea dove offriamo lavoro a 5.000 donne e uomini e dove - lavorando quotidianamente con quasi 2.000 fornitori dell’intero gruppo - contribuiamo all’economia nazionale per quasi un miliardo di euro all’anno. L’Italia rimane un polo strategico per Whirlpool, sia dal punto di vista industriale che commerciale" dichiara Luigi La Morgia, vicepresidente Operazioni Industriali per la Regione Emea e amministratore delegato per l’Italia. "Pertanto, confermiamo gli investimenti per 250 milioni di euro previsti per il periodo 2019-2021, ribadendo il nostro impegno verso le persone a cui diamo lavoro e verso il Paese. Abbiamo a cuore le persone coinvolte e ci impegniamo - dice - a supportarle dal primo di novembre". Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli,  ha informato il governo nel Consiglio dei ministri di ieri sera e sentito anche il presidente del Consiglio sulle iniziative da mettere in campo. “Dal governo c'è un impegno massimo su questa vertenza. Il lavoro che stiamo facendo da mesi su Napoli è serio e lo continueremo a fare" ha detto Patuanelli.

Todde (Mise), ‘tavolo permanente su Whirlpool’

Il sito campano produce al momento 200mila lavatrici l'anno contro le 900mila di capacità massima e la soglia di 500mila perché la produzione sia sostenibile, ha elencato l'ad Whirlpool La Morgia replicando in chiusura di confronto. Dati che non hanno convinto il ministro: "La prima possibilità è che la scelta di chiudere Napoli sia stata fatta da molto tempo in modo strategico, la seconda è che avete sbagliato prodotto per Napoli. Avrei voluto sentire una di queste cose, perché se si ammette di fare un errore si può rimediare all'errore. Io non credo nell'errore, ma credo che sia una scelta presa molto tempo prima", ha scandito. La sottosegretaria al Mise, Alessandra Todde, ha annunciato che "verrà convocato un tavolo permanente su Whirlpool in cui parteciperanno tutte le parti. Questo tavolo operativo si pone come obiettivo quello di discutere con tutti gli attori, visto che le relazioni industriali con l’azienda si sono deteriorate nel tempo". "Dal governo, e lo ha confermato anche l’azienda, sono stati portati avanti - ha sottolineato - sforzi unici, ma non possiamo più sottostare ai desiderata e alle pretese della multinazionale. Dobbiamo lavorare in prospettiva e in resilienza, con operazioni robuste dal punto di vista industriale. Abbiamo lavorato incessantemente, e lo stiamo continuando a fare, per la piena occupazione per i lavoratori di Napoli con delle prospettive importanti e non per un futuro di sussistenza".

Sindacati sul piede di guerra

I sindacati sono sul piede di guerra . Ieri tutti gli stabilimenti del gruppo Whirlpool sono stati fermi  per uno sciopero di 8 ore. “Oggi è previsto un presidio a piazza Plebiscito a Napoli e sono in programma ulteriori ore di sciopero negli altri siti del gruppo. Ora si apre chiaramente una fase di scontro sociale" annunciano in una nota congiunta Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Barbara Tibaldi segretaria nazionale Fiom-Cgil che giudicano la conferma della chiusura del sito di Napoli come "un fatto gravissimo". Il leader Uilm, Rocco Palombella, ha rigettato la palla nel campo dell'esecutivo che, nel luglio scorso, aveva annunciato la presenza di due proposte di acquisizione del sito di via Argine a Napoli profilando tempi brevi per la due diligence. "Patuanelli deve prendersi le sue responsabilità - ha affermato Palombella - Whirlpool non se ne può andare. Altrimenti diventa la vergogna italiana. Diamo indicazioni precise di quello che si vuole fare. Dove stanno i progetti di Invitalia? La multinazionale aveva già deciso di andarsene. Altrimenti è aria fritta. Io non li prendo in giro i lavoratori. Una volta per tutte chiariamo cosa vogliamo fare". "L’accordo non è stato rispettato e la scelta dell’azienda resta, ancora oggi, ingiustificata" affermano in una nota congiunta il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra e il segretario nazionale Fim Cisl, Massimiliano Nobis sottolineando che questa vicenda "mette in discussione l’affidabilità degli accordi che si firmano in sede ministeriale". Quella di Whirlpool è "una decisione grave anche dopo che il governo e la regione hanno messo in campo diverse misure per supportare l’azienda e che ancora oggi vengono spedite al mittente. Ci auguriamo che il governo intervenga per scongiurare l’ennesimo schiaffo al sud:la vertenza non è chiusa e metteremo in campo tutte le iniziative possibili" ha detto Antonio Spera, segretario generale Ugl metalmeccanici.

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