Report Deloitte, Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica le competenze più richieste dalle imprese ma mancano profili
In Italia un'azienda su 4 cerca ma non trova competenze Stem, la formazione in Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica è infatti scelta nel nostro Paese solamente da 1 studente universitario su 4, dunque è iscritto a facoltà Stem appena il 27% del totale. Stando all'indagine presentata da Fondazione Deloitte, di questi studenti, solo 1 su 10 è iscritto alle facoltà che rispondono appieno alle esigenze professionali emergenti. E, nonostante esista un potenziale bacino di studenti interessati alle materie tecnico-scientifiche, una percentuale rilevante di questi ultimi ha cambiato rotta nel momento decisivo di iscrizione: 2 studenti Non Stem su 5, e 1 giovane occupato su 3, hanno infatti dichiarato di avere avuto un interesse verso le discipline Stem ma è stato un interesse che non si è mai concretizzato.
Eppure l’evoluzione e l’innovazione tecnologica stanno rivoluzionando il mercato del lavoro, determinando un incremento nella ricerca di profili Stem-Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. A questa crescita, però, "non corrisponde un incremento dell’offerta di risorse con un background di carattere scientifico e informatico: circa il 23% delle aziende in cerca di queste non è dunque riuscita a trovare profili Stem nel "momento del bisogno". Il quadro é emerso dall'indagine di Deloitte in collaborazione con Swg e con il contributo di Monitor Deloitte, presentata oggi nel corso del webinar "RiGeneration Stem, le competenze del futuro passano da scienza e tecnologia", cui hanno preso parte, fra gli altri, il ministro dell'Università e Ricerca, Gaetano Manfredi, il top manager Vittorio Colao, alla guida della task force voluta dal premier Giuseppe Conte, e Giovanni Brugnoli, Vice Presidente per il Capitale Umano di Confindustria.
"Le materie Stem sono il futuro: saranno, infatti, le discipline tecniche e scientifiche a plasmare il mondo di domani. Le imprese se ne sono accorte da anni, ma non è accaduto lo stesso tra i giovani italiani, che, nella maggioranza dei casi, continuano a puntare su una formazione non Stem" ha commentato Paolo Gibello, Presidente Fondazione Deloitte. "Per questo, come Fondazione, -ha annunciato Gibello- abbiamo deciso di dare vita a un Osservatorio e di indagare le motivazioni delle scelte dei giovani".
"I risultati che emergono ci fanno capire che l’Italia ha tutto il potenziale per invertire il trend e porsi all’avanguardia del settore dell’istruzione e della ricerca anche in ambito Stem. È una grande sfida per tutto il sistema Paese e siamo orgogliosi di portare il nostro contributo" ha osservato inoltre Gibello. L'indagine di Deloitte sottolinea inoltre che tra i fattori che influenzano le scelte scolastiche dei ragazzi, il primo posto è occupato dalla famiglia, mentre i servizi di orientamento hanno un impatto marginale: solo 1 studente su 6 è stato guidato dai centri di orientamento nella scelta dell’indirizzo scolastico. Gli studenti si troverebbero quindi un po’ soli, al momento della scelta".
Tra i motivi individuati dagli analisti che allontanano i giovani dalla scelta di percorsi formativi Stem c'è una svalutazione delle proprie capacità da parte dello studente. Chi si iscrive a scuole secondarie Non Stem, secondo l'indagine lo fa principalmente perché ritiene che questi percorsi siano maggiormente in linea con le proprie capacità. Nel passaggio all’Università, invece, la passione per le materie e la coerenza con le proprie capacità, vengono integrati anche dalla valutazione circa la possibilità di raggiungere la professione ambita. Ed i giovani, evidenzia infine l'indagine, "associano al percorso Stem delle professioni evidentemente poco ambite, in particolare il professore sottopagato, lo scienziato premio Nobel ma in un parterre di pochissimi, o l’informatico nerd" .