Fillea Cgil Firenze, allarme colpi di calore per edili nei cantieri

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Assolutamente necessario che siano presenti aree ombreggiate e fresche, che si prevedano e si facciano usufruire pause di 10 minuti per ogni ora di lavoro

La Fillea Cgil Firenze lancia l'allarme colpi di calore per i lavoratori edili nei cantieri. "L'estate è cominciata dopo una drammatica primavera e le temperature ambientali sono in forte aumento. Come ogni estate chi lavora all’aperto è a forte rischio di colpo di calore. Questa estate ha un ulteriore aggravio di disagio per i lavoratori dell’edilizia: le prescrizioni da rispettare per difendersi dal contagio da Covid", afferma il sindacato di categoria in un comunicato.


"Come ogni anno siamo costretti a lanciare un grido di allarme, per il rischio di colpo di calore nei cantieri edili del territorio fiorentino e per il mancato rispetto delle linee di indirizzo predisposte dal Dipartimento di Prevenzione e igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro - dice Marco Carletti, segretario generale Fillea Cgil Firenze - Sarebbe utile che tutti i soggetti coinvolti nel cantiere, committenza, appaltatore, direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza, si adoperassero affinché le misure di mitigazione del rischio siano puntualmente rispettate".


"E' assolutamente necessario - aggiunge Carletti - che siano presenti aree ombreggiate e fresche, che si prevedano e si facciano usufruire pause di 10 minuti per ogni ora di lavoro, che ci sia sempre acqua fresca con l’aggiunta di opportuni sali minerali. Questo prevedono le linee di indirizzo contro il colpo di calore per chi lavora al sole, come gli operai edili. Tali prescrizioni sono ulteriormente necessarie quando, oltre al caldo, si è giustamente obbligati ad indossare la mascherina e altri dispositivi contro il contagio". "Ci piacerebbe - conclude il sindacalista - che tutti gli organismi di controllo e ispettivi, in queste ore, uscissero dai loro uffici e si impegnassero ad evitare che i lavoratori dei cantieri edili possano sentirsi male a causa dell’eventuale mancato rispetto delle norme sulle alte temperature stagionali".

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