Ricerca: per partecipanti a programmi Ue più occasioni lavoro

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L’80% dei ragazzi che partecipa ai programmi europei ritiene di avere maggiori chanches lavorative. È quanto emerge da una ricerca di Ray (‘Research-based analysis and monitoring of european youth programmes’) realizzata da un network europeo costituito da ricercatori, istituti di ricerca, università e Agenzie nazionali del Programma Erasmsus+ Gioventù in Azione ed European Solidarity Corps

L’80% dei ragazzi che partecipa ai programmi europei ritiene di avere maggiori chanches lavorative. È quanto emerge da una ricerca di Ray (‘Research-based analysis and monitoring of european youth programmes’) realizzata da un network europeo costituito da ricercatori, istituti di ricerca, università e Agenzie nazionali del Programma Erasmsus+ Gioventù in Azione ed European Solidarity Corps. La ricerca è stata presentata oggi in occasione della Relazione al Parlamento dell'Agenzia nazionale giovani. Il Ray è stato istituito nel 2008 e attualmente aderiscono e partecipano al network 36 Agenzie Nazionali del Programma Erasmus+: Gioventù in Azione ed Esc, tra queste anche l’Italia.


Secondo lo studio, ad incidere su questo dato (80%) è l’acquisizione delle soft skills, capacità ed abilità non legate ad una specifica conoscenza tecnica ma di qualità personali e comportamentali che favoriscono una prestazione lavorativa di alta qualità. I programmi dell’Agenzia influiscono con efficacia sullo sviluppo di questa capacità sociali e gestionali determinando ed incidendo sulla crescita dei ragazzi beneficiari.


La ricerca condotta da Ray individua chiaramente come la grande parte dei beneficiari dei programmi, a seguito dell’esperienza di mobilità, abbia intenzione di approfondire la conoscenza della lingua straniera (oltre 85%), a testimonianza di un interesse elevato alla scoperta di un nuovo sistema culturale e di valori. Questo è il principale ‘effetto’ sul percorso dei partecipanti spendibile anche nel proseguimento della vita professionale e lavorativa del ragazzo. Inoltre, è stata condotta un’analisi sulle conoscenze acquisite dai partecipanti in relazione alla propria fascia d’età. È emerso che nell’ambito della fascia d’età più bassa (15/17 anni) il tema che maggiormente sensibilizza le nuove generazioni riguarda le problematiche ambientali. Mentre in quella immediatamente successiva (18/20 anni) vi è una particolare attenzione a temi connotati da un forte carattere sociale come la non discriminazione, le questioni europee e i diritti umani.


L’ostinato bisogno di ricerca di felicità dei giovani non si è fermato neanche nei giorni del lockdown. È quanto emerge dalla ricerca che Ipsos ha realizzato per l’Agenzia Nazionale per i Giovani e che indaga su quanto il covid 19 abbia intaccato l’attrattività delle esperienze all’estero per studio o per lavoro. A quanto pare molto poco: l’80% dei giovani si dichiara disposto a fare un’esperienza di minimo un mese all’estero, consapevoli soprattutto del fatto che andare a studiare o a lavorare all'estero è un’opportunità imperdibile per confrontarsi con altre culture e fare nuove esperienze fondamentali per la propria crescita e spendibili poi sul mercato del lavoro.

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