Federmeccanica, crolla produzione metalmeccanica

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Secondo la Federazione nel solo mese di aprile i volumi hanno registrato complessivamente, rispetto ai dati pre crisi di febbraio, un -54,6%, dimezzando così il dato di pochi mesi prima

Crolla la produzione della industria metalmeccanica: nel solo mese di aprile i volumi hanno registrato complessivamente, rispetto ai dati pre crisi di febbraio, un -54,6%, dimezzando così il dato di pochi mesi prima. È questa la fotografia del settore che Federmeccanica scatta al termine del lungo lockdown anti Covid e alla dura crisi economica che ne è conseguita. Un calo che nel bimestre marzo-aprile si è attestato ad un -47,6% medio rispetto a gennaio-febbraio e del 44,1% rispetto allo stesso periodo del 2019. In particolare , a marzo il calo è stato del 40,3% rispetto a febbraio a cui ha fatto seguito una nuova caduta del 24% nel mese di aprile.

I dati

Il dato di aprile, annota Federmeccanica, archivia così un risultato peggiore dell'intero comparto industriale diminuite nello stesso periodo del 42,1%, e di gran lunga sfavorevole nel confronto con le fasi recessive del 2008-2009 e del 2011 innescate dai mutui subprime e dalla crisi dei debiti sovrani dei paesi dell'Eurozona. Ne' trapela maggior ottimismo per il futuro. La fase recessiva, dovrebbe protrarsi anche nel corso del secondo trimestre: il 63% delle imprese intervistate dichiara un portafoglio ordini in peggioramento; il 71% prevede ulteriori cali di produzione rispetto al primo trimestre. Note dolenti anche sul fronte del mercato del lavoro: il 34% ritiene infatti di dover ridimensionare, nel corso dei prossimi sei mesi, gli attuali livelli occupazionali.

Peggiora, nel contempo, la situazione della liquidità aziendale ritenuta cattiva o pessima dal 32% degli intervistati rispetto a percentuali pari o inferiori al 10% indicate nelle indagini più recenti. Nell'ambito del metalmeccanico i forti cali produttivi risultano diffusi a tutte le attività del settore. In particolare, nel bimestre marzo-aprile, la produzione del comparto della metallurgia è crollata del 44,1% rispetto al bimestre precedente, quella di prodotti in metallo del 45,1% e quella di macchine e materiale meccanico del 45,6%. La produzione di altri mezzi di trasporto (navalmeccanica, aerospaziale, motocicli, materiale ferrotranviario) si è ridotta del 60,2% e quella di autoveicoli e rimorchi del 74,9%.

"Dobbiamo leggere bene le carte. Non so se questa potrà essere una buona soluzione: il governo più di una volta ha proposto soluzioni che apparivano fantastiche ma che poi si sono rivelate inattuabili. Ma siccome bisogna lavorare tutto insieme andremo a vedere i termini della proposta". Così il vicepresidente di Federmeccanica Fabio Astori commenta l'ipotesi di lavoro del premier Conte circa la possibilità di incentivare le aziende a non utilizzare la cassa integrazione in cambio di una robusta defiscalizzazione del costo dei lavoratori nel corso della presentazione dei dati congiunturali del comparto metalmeccanica.

Il commento

"In questo momento gli imprenditori vivono nell'incertezza, non sapendo quello che potrà accadere domani. Occorre agire tempestivamente senza ulteriori indugi con misure concrete per alimentare la domanda e azioni efficaci per garantire liquidità. E' una questione di sopravvivenza", spiega Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica, il crollo della produzione industriale del settore metalmeccanico del secondo bimestre dell'anno.


"Nessuno è contento di utilizzare la Cig. Il problema vero è che manca il lavoro perché manca la domanda. E lo stesso problema che si pone sul blocco dei licenziamenti. Serve un piano Marshall che eviti licenziamenti e cig. Il Governo deve alimentare questa domanda", prosegue.

"Alle imprese servono due cose: la liquidità e la domanda perché la cig è alimentata dalla carenza degli ordini", ribadisce. E a Fim Fiom e Uilm, in piazza a Roma per chiedere una vera politica industriale dice: "è interesse di tutti che l'industria sia messa al centro. La centralità dell'industria ed il tema delle crisi sono temi che in modo diverso sottolineavamo anche noi”, conclude.

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