Previdenza, Tridico: riconosciuti diritti a 25 mila operai agricoli diritti

Lavoro
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Una nuova circolare dell'Inps riconosce l'inquadramento previdenziale agricolo a lavoratori cui era negato. Il presidente dell'Inps: “Ciò che rileva ai fini del pagamento contributivo è l'attività del lavoratore a prescindere dalla qualifica di assunzione”

Attualmente tra i 20 mila e i 25 mila operai agricoli potranno accedere all'inquadramento previdenziale agricolo, finora negato, grazie a una nuova circolare emanata dall'Inps (n.56 del 23 aprile scorso). In base " una prima stima, sono circa 20.000-25.000, un numero poco significativo ma questa è una norma che vale per il futuro". Lo ha detto il presidente dell'Inps Pasquale Tridico rispondendo a una domanda in una video conferenza stampa sugli effetti di questa circolare, molto caldeggiata dalla Uila, affinché si possano sanare situazioni profondamente ingiuste, che hanno coinvolto numerose vittime dello sfruttamento dei caporali, operai e lavoratori che svolgono attività nel settore, anche se dipendenti da imprese non agricole, o addirittura nelle cosiddette cooperative "senza terra".

"Con la circolare 56 del 23 aprile 2020 andiamo a dire che ciò che rileva ai fini del pagamento contributivo - ha spiegato Tridico - è l'attività del lavoratore a prescindere dalla qualifica di assunzione o dall'inquadramento del datore di lavoro". "E' un principio importante - ha aggiunto - perché ad esempio per le cooperative senza terra che possiamo scoprire con le ispezioni, i problemi in passato ricadevano sui lavoratori, ai quali venivano negati i diritti previdenziali e assistenziali alla prestazione lavorativa misconosciuta dall'Inps. Con questa circolare il lavoratore mantiene la propria posizione previdenziale e conserva il diritto". Tridico ha evidenziato "il ruolo di sentinella del sindacato, in particolare della Uila nella lotta al caporalato accanto agli ispettori Inps".

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