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Sindacati, stop trattative per rinnovo contratto legno

Lavoro
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La decisione è arrivata dopo la rottura delle trattative con la Federazione per il rinnovo del contratto scaduto il 31 marzo del 2019. A proclamare l’agitazione sindacale sono state le commissioni e consulte unitarie del settore legno di Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil

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Interrotte le trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore legno. Lo annunciano i sindacati proclamando 8 ore di sciopero per venerdì 21 febbraio e presidio davanti alla sede di Federlegno. La decisione è arrivata dopo la rottura delle trattative con la Federazione per il rinnovo del contratto scaduto il 31 marzo del 2019. A proclamare l’agitazione sindacale sono state le commissioni e consulte unitarie del settore legno di Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, che si sono riunite a Milano il 10 gennaio scorso a seguito dell’abbandono del tavolo delle trattative da parte di Federlegno, avvenuto nel corso dell’incontro del 9 gennaio scorso. “Un atto gravissimo -sottolineano i sindacati in una nota- che si è compiuto a fronte della nostra risposta negativa alla richiesta di ampliare il lavoro precario a disposizione delle aziende”. 

La posizione dei sindacati

“Negli 11 incontri svolti in 8 mesi di trattativa come organizzazioni sindacali abbiamo dimostrato disponibilità nel trovare soluzioni condivise alle esigenze di ampliare le politiche del lavoro delle imprese, chiedendo però che le forme di assunzione diverse dal tempo indeterminato fossero contenute in una percentuale definita contrattualmente e frutto di una condivisione nelle singole aziende con le rsu e le organizzazioni sindacali territoriali. Dal canto loro invece non abbiamo riscontrato alcuna apertura sulle diverse articolazioni della nostra piattaforma: salute e sicurezza, maternità e paternità, orario di lavoro, aumenti salariali, welfare, formazione, bilateralità”, dicono.

“Federlegno al tavolo negoziale ha dimostrato dal primo momento la volontà di perseguire un modello di impresa basato non sulla qualità del lavoro, sugli investimenti, sulla professionalità e sul benessere organizzativo, ma sulla riduzione dei costi e su una gestione unilaterale dell’organizzazione del lavoro al punto di stracciare la piattaforma nel corso della trattativa", aggiungono.

“Proporre l’aumento smisurato della precarietà con percentuali ben oltre i limiti di legge, la stagionalità senza controllo e rimettere in discussione l’accordo di interpretazione autentica sulla flessibilità degli orari di lavoro e’ per noi inaccettabile. Sul salario c’è stata solo la conferma del modello, senza nessuna certezza sulla quantità'', avvertono.

Lo sciopero generale 

Per questi motivi ''il 21 febbraio 2020 è in programma lo sciopero generale di 8 ore di tutto il settore, con presidio davanti a Federlegno a Milano. Denunciamo le posizioni arretrate di Federlegno che invece di scommettere sulle aziende italiane del mobile e arredo puntando su qualità del prodotto e lavoro qualificato, affinché possano vincere e competere a livello mondiale, chiede che queste adottino ed esportino modelli di lavoro precario”.

''La delegazione capitanata da Federlegno -sottolineano- ha abbandonato il tavolo negoziale quando ha capito che non avrebbe ottenuto quella totale precarizzazione dei rapporti di lavoro richiesta dichiarando di non avere interesse ad affrontare i capitoli della piattaforma a partire dagli aumenti salariali. Un comportamento che giudichiamo irresponsabile e gravissimo che lascia i lavoratori e le lavoratrici del settore del Legno Arredo Industria da 10 mesi senza rinnovo contrattuale e senza nessuna certezza di ripresa della trattativa''.